Salute a rischio: quanto ne siamo consapevoli?
Determinare dei fattori “rischiosi” per la salute è sempre un’approssimazione, cioè, esso è un concetto probabilistico in quanto significa valutare una sorgente di pericolo (fattore che determina specifici danni alla salute) e la probabilità che esso causi un danno alla salute delle persone.
Il Rischio Zero non è ipotizzabile eppure esiste un criterio di informazione che può essere in grado di renderci consapevoli dei rischi che in effetti corriamo in determinate situazioni.
“La percezione del rischio è un processo cognitivo coinvolto in diverse attività quotidiane che orienta i comportamenti delle persone di fronte a decisioni che coinvolgono dei rischi potenziali”.
Seppure l’irrealtà del Rischio Zero, è necessario per la popolazione, essere realmente informati sul tipo di danno cui andiamo incontro.
Quanto sono rischiosi i contaminanti per la salute?
L’esposizione ai contaminanti ambientali è senz’altro un aspetto che insieme al grado di tossicità del contaminante influisce e danneggia la salute.
Ragazzi, bambini e anziani ad esempio o soggetti con un sistema immunitario compromesso risultano più suscettibili agli agenti infettivi e alle sostanze chimiche. Più complicato quantizzare gli effetti sociali e culturali o psicologici allorquando l’inquinamento disturba uno stile di vita di una comunità.
I contaminanti dell’aria, per fare un esempio, hanno ripercussioni molto gravi sulla salute delle persone come: attacchi di asma, malattie respiratorie, malattie che coinvolgono in primo luogo i lavoratori all’aperto ma anche ciclisti ad esempio.
I bambini sono generalmente più vulnerabili all’inquinamento dell’aria rispetto agli adulti sotto i 65 anni perché tendono a giocare o comunque a trascorrere più tempo all’aria aperta.
I contaminanti dell’aria misurati comprendono: il particolato, l’ozono a livello suolo, il monossido di carbonio e gli ossidi di azoto. Essi sono contaminanti che riducono le facoltà respiratorie e provocano tosse e aggravamento dei sintomi cardiaci.
Bisognerebbe evitare di utilizzare l’auto per ridurre la produzione di particolato, ad esempio, oppure evitare attività esterne nelle ore intense di traffico e smog.