Medicina

Molecola Irisina contro osteoporosi e atrofia muscolare

L’Irisina è un ormone prodotto dai muscoli in risposta all’attività fisica, una molecola nota per la sua capacità di bruciare i grassi e capace di rinforzare le ossa.

L’Università di Bari ha condotto uno studio sulla funzione dell’Irisina di promuovere la formazione del nuovo tessuto osseo.

Questa funzione potrebbe indicare la via da seguire per produrre un farmaco che simuli l’attività fisica per il trattamento dell’osteoporosi.

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In questo senso sono stati inviati dei moduli in orbita verso la Stazione Spaziale Internazionale per 21 giorni dove, prelevati campioni biologici che, al rientro sulla Terra, sono stati poi analizzati in laboratorio.

È un esperimento di biomedicina spaziale messo a punto dal gruppo di ricerca coordinato da Maria Grano, ordinario di Istologia della scuola di Medicina, e composto da Silvia Colucci, Giacomina Brunetti, Graziana Colaianni e Giorgio Mori.

L’obiettivo è sviluppare un nuovo farmaco anti-osteoporosi e anti-sarcopenia.

La sarcopenia è una patologia che riguarda la massa muscolare questa malattia deteriora la massa dei muscoli compromettendo vigore e forza dell’intero organismo soprattutto per la terza età.

Ma allora perché un esperimento medico-spaziale?

Lo spazio può essere definito come una “macchina del tempo”, in cui i processi di invecchiamento sono accelerati e rendono le cellule più “anziane” in pochi giorni.

Così in un tempo breve si ha la possibilità di valutare le alterazioni molecolari, che sulla terra si verificano molto più lentamente durante l’invecchiamento, e di testare l’azione di molecole a scopo terapeutico.

L’utilità dell’esperimento è nei benefici reali che la molecola Irisina potrebbe apportare non solo ai pazienti affetti da osteoporosi, ma anche gli astronauti che, a causa dell’assenza di gravità, soffrono di atrofia muscolare.

«Anche in vista di missioni di lunga durata come il progetto Marte» sottolinea la docente Grano al quotidiano “La Repubblica”.

“La perdita di massa ossea dopo un mese di permanenza nello spazio, infatti, è pari alla perdita ossea a cui vanno incontro le donne in post-menopausa in un anno”

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