Se la povertà ci disconnette dalla società

Indagare sulla povertà come fattore di rischio per la salute mentale e non solo.

“Disconnessione sociale, isolamento percepito e sintomi di depressione e ansia” è un articolo pubblicato dalla rivista “Lancet”.

La ricerca rimarca la necessità di connessione sociale come caratteristica umana imprescindibile.

La connessione sociale è profondamente radicata e si è evoluta di pari passo con i meccanismi neurali, ormonali e genetici.

L’empatia sociale è direttamente associata al legame, alla compagnia e al comportamento del gruppo come mezzo cruciale per garantire sopravvivenza e riproduzione.

“Di conseguenza – spiega l’articolo- è stato dimostrato che sentimenti di isolamento o la perdita di relazioni sociali hanno implicazioni per il declino della cognizione, dell’umore e della sensibilità”.

La disconnessione sociale, in altri termini, rappresenta una minaccia.

L’isolamento si associa a un peggioramento del funzionamento immunitario, disturbi del sonno e aumento del peso corporeo.

La solitudine non è soltanto una condizione dell’animo, bensì, si lega ad alcuni fattori di natura sociale.

I fattori sociali contribuiscono, in alcuni casi irreparabilmente, a una drammatica solitudine.

La povertà, uno status sociale basso è la causa di questa solitudine “sociale”

Gli individui che si sentono soli o isolati sono coloro che riportano un basso supporto sociale e coloro che soffrono di stress (di tipo economico) nelle loro relazioni e hanno maggiori probabilità di sviluppare sintomi di depressione.

La situazione sociale è resa peggiore laddove si riscontrano elementi di mancata coesione culturale come nel caso dei migranti.

In questi casi la solitudine si oggettiva come perdita di legami umani cari e di una mancata congiunzione culturale.

I migranti, allora, si costituiscono come comunità per ristabilire legami di supporto e allontanare la solitudine.

Il sistema sociosanitario potrebbe sanare specifiche condizioni rischiose di solitudine soprattutto nelle persone sopra i 50 anni.

Una fascia d’età  che può rilevare esperienze traumatiche o problemi legati alla salute.

Il problema pratico è rappresentato dal fatto che molti degli aspetti sanitari e sociali della solitudine non sono ancora stati completamente studiati.(Leggi anche: https://www.salutebuongiorno.it/2020/04/differenze-di-salute-status-sociale-basso-rinuncia-alle-cure/)

Ci sono evidenze scientifiche che attestano come le attività sociali aiutino le persone a essere membri attivi della società.

 

 

 

 

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