Il cuore d’estate, a causa del caldo, potrebbe battere più forte, questo accade per l’aumento della vasodilatazione e la riduzione della pressione arteriosa.
L’acuirsi della sudorazione e la conseguente perdita di liquidi e sali minerali potrebbe comportare un aumento del battito cardiaco come anche stanchezza e capogiri.
I soggetti cardiopatici o affetti da malattie cardiovascolari, d’estate, devono monitorare pressione e diuresi sotto controllo del medico evitando accuratamente di fare da sé.
La regola generale è una buona idratazione corporea, assumendo, per favorirla, non soltanto acqua e liquidi ma anche molta frutta fresca e verdura cercando di evitare cibi salati.
Anche alcol e vino determinano la vasodilatazione.
Per chi sceglie il mare il consiglio è quello di evitare le ore più calde e comunque proteggersi dal sole.
Ma anche la montagna presenta alcune criticità per i cardiopatici, e se si è scelta la montagna, è bene informare il medico sulla quota che si vuole raggiungere per evitare affaticamento e problemi al cuore.
La consultazione del medico è atta a formulare raccomandazioni appropriate al soggetto interessato poiché variano da persona a persona.
Salire ad alta quota, infatti, significa sottoporre l’organismo a misure di adattamento dovute alla rarefazione dell’ossigeno e all’abbassamento della pressione barometrica che significa aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, quel che definiamo come un “acclimatarsi”, insomma.
Questo processo potrebbe richiedere uno sforzo troppo grande per chi è affetto da patologie cardiache a causa di un indebolimento che esse provocano all’organismo.
La scelta della montagna implica la consultazione medica poiché si potrebbe agire sulla terapia affinché si riesca a valutare l’intensità necessaria per adattare cuore e apparato vascolare all’ambiente da alta quota.
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