L’obesità come problema sociale è riportata non soltanto dall’informazione ma anche dalla Scienza.
Uno stato socio economico inferiore, così come mostra una ricerca pubblicata dalla rivista Appetite, è costantemente correlato a un rischio più elevato di obesità.
( https://www.journals.elsevier.com/appetite )
A esserne afflitte, soprattutto, le donne che vivono nell’Europa Occidentale e gli Usa.
I dati riferiscono scelte alimentari scorrette nelle fasce economicamente più deboli non soltanto dovute all’alta concentrazione di fast food nelle zone periferiche, ma soprattutto, per l’inaccessibilità economica di determinati alimenti.
Questa condizione economica e sociale determina un aumento dell’assunzione di energia e l’accumulo di grasso corporeo tra gli individui con uno stato sociale inferiore come strategie adattive per proteggere dalla potenziale scarsità alimentare prolungata.
Non è un dato nuovo che i cibi più salutari abbiano un costo più elevato.
La frutta e la verdura fresca non sempre hanno costi a buon mercato e, in casi di disagio economico, si prediligono prodotti conservati ricchi di conservanti.
Il ceto meno istruito e più povero, quindi, si nutre male.
È indubbio, secondo quanto riportato dalla ricerca citata, un vissuto psicologico doloroso nelle classi meno abbienti, questa la motivazione che spinge i ricercatori ad appurare l’insieme complesso di fattori ambientali, fisiologici, psicologici e comportamentali che influenzano il rischio di obesità tra gli individui con uno stato sociale inferiore.
I chili superflui ledono la persona nella sua psiche ma danneggiano anche l’organismo poiché lo espongono a problemi anche gravi come diabete, ipertensione, ictus oltre che tumori al colon e al pancreas.
Alcuni ricercatori pongono l’obesità come prossima emergenza sanitaria e sociale che potrebbe gravare sulla spesa del Servizio Sanitario Nazionale, dato che ad oggi ci costa già nove miliardi l’anno tra mortalità precoce e assenteismo.
La Ibdo Foundation rileva che un obeso ci costa 500 euro all’anno in più rispetto a un normopeso.
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