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App incontri. Rischi infezioni sessualmente trasmesse

Il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità per la prevenzione dell’HIV e delle altre Infezioni Sessualmente Trasmesse”, è un progetto promosso e finanziato dalla Direzione Generale della Comunicazione e dei Rapporti Not Ist Super Sanità Europei e Internazionali del Ministero della Salute.

Nell’ambito del progetto citato si è somministrato un questionario telefonico affinché si rilevassero alcune caratteristiche socio-anagrafiche e comportamentali delle persone accedono ai servizi a disposizione dell’utenza e allo stesso tempo redigere un identikit generale sui comportamenti diffusi rispetto alla salute.

Si tratta di informazioni che offrono spunti di riflessione in merito ai comportamenti adottati e alla percezione del rischio relativamente alle IST, infezioni sessualmente trasmesse.

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Il dato in crescita si riferisce all’accesso di app e piattaforme on line per incontri tra single che offre uno scenario sull’informazione delle donne in merito alla tutela della loro salute.

L’utilizzo di App incontri e siti Internet per incontrare partner sessuali è stato ritenuto importante al fine di comprendere l’impatto di nuovi stili comportamentali sul rischio di IST.

L’intervista è stata proposta a 80 donne.

Nel 73,8% dei casi, le donne hanno dichiarato di telefonare da 5 Regioni: Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia-Romagna, Sicilia.

L’età media delle utenti intervistate è stata di 33 anni mentre il livello di istruzione è risultato essere medio-alto (48,8% diploma di scuola secondaria di secondo grado, 42,5% laurea).

Il 60,0% delle intervistate si è dichiarato nubile, il 26,8% sposata o convivente, il 14,1% separata o divorziata e una sola donna ha dichiarato di essere vedova.

In merito alla professione, dall’analisi dei dati risulta che il campione è costituito nel 58,8% dei casi da impiegate, nel 16,3% da lavoratrici autonome, nel 10% da disoccupate, nel 10% da studentesse e nel 5% da casalinghe.

Il 76,2% delle rispondenti ha dichiarato di avere un partner occasionale di queste soltanto il 23% ha utilizzato protezioni.

Una donna su dieci ha dichiarato di aver utilizzato App e siti Internet per incontrare partner sessuali.

Il 62,1% delle donne partecipanti ritiene di essere “poco o per niente” a rischio di IST, il 29,1% afferma di essere “molto a rischio”, una proporzione pari all’8,9% non sa rispondere.

I risultati rilevano che le donne coinvolte nell’indagine, di nazionalità italiana, giovani-adulte, con livello di scolarizzazione elevato e prevalentemente occupate, hanno una bassa propensione a utilizzare costantemente il preservativo.

 Questi dati destano preoccupazione per il limitato impatto delle politiche preventive relativamente alle IST, soprattutto in considerazione dell’evidenza che, tra le nuove diagnosi di infezione di HIV registrate nelle donne, l’età media è di 34 anni.

La conoscenza che le donne mostrano relativamente ai diversi metodi di barriera oggi disponibili (profilattico, femidom, dental dam) non rappresenta di per sé un fattore protettivo laddove risultano ricorrervi in maniera limitata.

Questi elementi inducono a una riflessione  sulla necessità di predisporre interventi di prevenzione in grado di raggiungere la popolazione femminile attraverso la realizzazione e l’implementazione di piani operativi che intervengano sinergicamente in differenti- scrive il documento ISS-  contesti socio-relazionali (famiglia, scuola, servizi sanitari dedicati, luoghi di lavoro), che si interfaccino con il web e che tengano conto dell’intero ciclo vitale della donna, dall’adolescenza all’età matura”.

 

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