Leggere e scrivere ai tempi dello smartphone
Leggere e scrivere su un qualsiasi dispositivo mobile rappresentano le attività maggiormente coinvolte nell’uso dello smartphone.
Ma come è cambiato il nostro modo di comunicare con gli smartphone?
Al di fuori delle emoticon, la grafica non ha generalmente un ruolo nella discussione principale sul linguaggio dei nuovi media.
E quindi, cosa conta nella tecnologia mobile?
Ad occuparsene è la ricerca di Naomi S. Baron, pubblicata sul Sage Jornal, secondo la quale, negli anni ’90, i nordamericani utilizzavano essenzialmente i telefoni cellulari per le chiamate vocali, mentre le controparti in altre parti del mondo si concentravano sulla messaggistica scritta.
La ricerca sul linguaggio prodotto o trasmesso sui nuovi media si è concentrata sul testo che appare sugli schermi.
Negli Stati Uniti, i primi studi si sono concentrati sulla scrittura creata su computer, mentre in Europa e in Asia l’enfasi era sugli SMS.
Ciò che si evince è che lo scritto di allora assomigliava maggiormente al nostro parlato.
La scrittura implica potenzialmente sia la produzione (la scrittura stessa) che la decodificazione (la lettura).
In pratica oggi, almeno da quanto si evince dalla ricerca citata, produciamo testi più brevi, concisi e allo stesso tempo leggiamo testi più brevi.
Le variabili studiate dalla ricercatrice riguardo la scrittura includono lo stile del linguaggio e i meccanismi di scrittura (ad es. ortografia, punteggiatura, editing); lunghezza del testo prodotto; genere (ad esempio, micro-coordinamento, poesia SMS, romanzi keitai , lettere formali).
Alcune questioni importanti riguardanti la lettura sono, invece, la modalità di lettura (es. skimming, utilizzo della funzione di ricerca, deep reading); lunghezza del testo letto; genere (es. narrativa leggera, argomentazione filosofica); velocità di lettura; memoria e comprensione del testo; probabilità di annotare o rileggere.
Poiché gli smartphone sono stati progettati per il parlato, le chiamate vocali sono una funzione ovvia.
Il modo in cui scriviamo – quanto, a chi, su cosa – è stato a lungo influenzato dalla tecnologia.
Con l’avvento delle macchine da scrivere, il volume della scrittura è aumentato (rispetto alle opere scritte a mano).
La maggior parte dei dispositivi mobili ha una lunghezza del testo ridotta, date le difficoltà di input.
I tocchi multipli su una tastiera del telefono non favoriscono la scrittura di un testo lungo.
Gli utenti sembrano produrre testi più brevi sui dispositivi mobili.
Un altro fattore che contribuisce è la richiesta di accesso immediato alle notizie, che si tratti di eventi attuali o di connessioni sociali personali online.
La natura effimera del testo sullo schermo influenza la quantità che leggiamo, il genere letto, la frequenza di rilettura, la velocità di lettura e la memoria e la comprensione di ciò che è stato letto.
I libri di solo testo potrebbero scomparire, soppiantati da documenti prevalentemente grafici o che contengono clip audio e video incorporati, o ovviamente collegamenti a siti Internet.
I sistemi di riconoscimento vocale potrebbero rendere la scrittura anacronistica quanto le penne e i calamai.
“La lettura sullo schermo (sia su dispositivi mobili che su PC) potrebbe significare la fine delle librerie e delle biblioteche come le conosciamo da almeno 500 anni”.
Leggi anche: Smartphone a tavola: una distrazione dannosa