Il riso rappresenta il piatto principale della tabella alimentare per molti Paesi del mondo.
La storia del cereale inizia, per l’area occidentale e in particolare mediterranea, con Alessandro Magno che ne importò buone quantità dall’Asia, dopo le sue campagne di conquista.
Piatto madre della cultura asiatica e in particolare cinese, il riso, così come recita un antico racconto leggendario cinese appunto, è il dono di un genio che pose i suoi denti in una palude, dopo anni di carestie, da dove nacque il cereale .
Nella cultura orientale, questo cereale si lega al mondo al femminile, esso, infatti, simboleggia la fertilità e la prosperità, ed è il dono e l’augurio per gli sposi il giorno delle nozze.
A differenza dell’Occidente, dove è il grano l’alimento maggiormente dotato di sacralità, il riso agli sposi viene donato come sostitutivo del pane, alimento sacro e legato all’eucarestia.
In Italia il cereale giunge come pianta curativa intorno al ‘300.
Il bianco, ottenuto dalla raffinazione del cereale integrale, con l’eliminazione della pellicola interna e del germe, è costituito quasi esclusivamente da amido ed ha, rispetto a quello non lavorato, un indice glicemico più elevato ed un ridotto contenuto in fibre, vitamine e minerali.
La varietà integrale è in grado di ridurre le infiammazioni alla cistifellea, agisce positivamente sulla diverticolite e grazie al suo contenuto di fibre solubili e insolubili riduce il livello di colesterolo e coadiuva il transito gastrointestinale.
Ricco di antiossidanti e di antiinfiammatori, dovremmo preferire il cereale integrale a quello bianco anche per proteggere l’organismo da malattie croniche degenerative come tumore al colon e alla mammella.
Un parboiled presenta un buon 75% in meno delle fibre della varietà integrale.
È carente, inoltre, rispetto a quello integrale, di vitamine, sali minerali e acidi grassi essenziali presenti nel germe.
La varietà integrale contiene quantità doppie di ferro, calcio e fosforo, oltre che fonte di vitamina E, assente invece nel riso brillato.
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