Le meduse potrebbero essere l’ultima moda culinaria a conquistare l’Europa.
Piatto tradizionale orientale, dal gusto simile alle ostriche , le meduse in breve potrebbero arrivare sulla nostra tavola.
Possono essere cucinate in diversi modi: marinate oppure fritte oppure ancora a carpaccio, pe rora sono oggetto di approfondimenti scientifici per assicurarne sicurezza alimentare.
Potrebbe accadere che associazioni di chef o pescatori, dopo apposita domanda proposta alla Commissione Europea, per poi avere il parere dell’Autorità europea sulla sicurezza alimentare (EFSA), ne facciano poi uso culinario.
Queste creature marine vantano una lunga storia di cucina.
Almeno da 2000 anni presenti nei ricettari orientali, quelle edule sono nel mirino dell’Europa che, frattanto, ha abbreviato l’iter per immettere in commercio alimenti nuovi, almeno per i nostri palati.
La produzione di meduse annuale in Oriente ammonta a circa 1 milione di tonnellate.
Sono meduse prodotte in acquacoltura oppure pescate.
Esse sono composte perlopiù d’acqua, il 97% circa, e sono un alimento ipocalorico, dal basso profilo calorico, appunto.
Contengono in maniera consistente: sali minerali, magnesio, potassio e proteine, oltre che Omega 3 e grassi.
Per meduse edule, commestibili, intendiamo quelle poco o per niente urticanti, ma, se cotte a 100 gradi, queste espellono ogni tipo di tossicità.
Il libro “European Jellyfish Cookbook” presenta le prime ricette a base di meduse in stile occidentale che è possibile scaricare sul sito del Cnr.
Scrive il Cnr: “Piatto tradizionale in Cina e in vari paesi del Sud-est asiatico, le meduse in Europa non sono ancora commercializzate per uso alimentare.
Eppure, rappresentano una valida alternativa nutrizionale per la dieta umana: sono un’ottima fonte di proteine, povere di calorie e di grassi, contengono elementi preziosi come aminoacidi, magnesio e potassio, hanno proprietà antinfiammatorie e antiossidanti.
E possono essere anche molto golose: lo dimostreranno i ricercatori e gli chef coinvolti nell’evento, che guideranno il pubblico verso una nuova percezione di queste creature marine, da odiate nemiche di tutti i bagnanti a preziosa risorsa”.
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