Society

Body shaming: Pinterest risponde

Stop al body shaming da Pinterest.

Il Social ha, infatti vietato, espandendo la propria policy pubblicitaria, ogni forma di body shaming annullando ogni tipo di pubblicità di prodotti per la perdita di peso e integratori alimentari.

body shaming

Il Social Pinterest scrive nella nota sul suo sito come: “La nostra politica aggiornata ora vieterà: 

Qualsiasi linguaggio o immaginazione per la perdita di peso;

Eventuali testimonianze riguardanti la perdita di peso o prodotti per la perdita di peso; 

Qualsiasi linguaggio o immaginario che idealizzi o denigri certi tipi di corpo; 

Fare riferimento all’indice di massa corporea (BMI) o indici simili;  

Qualsiasi prodotto che reclama la perdita di peso attraverso qualcosa indossato o applicato sulla pelle

Questo si aggiunge ai contenuti pubblicitari già esclusi da Pinterest,

tra cui: pillole, integratori o altri prodotti per la perdita di peso o per sopprimere l’appetito; 

Immagini prima e dopo la perdita di peso;

Procedure per la perdita di peso come la liposuzione o la combustione dei grassi;

Vergogna del corpo, come immagini o linguaggio che deride o scredita determinati tipi di corpo o aspetto; 

Affermazioni relative a risultati cosmetici non realistici

Questa scelta arriva dopo una lunga consultazione con la Neda, la National Eating Disorders Association per cui, prosegue nella nota:

“La National Eating Disorders Association (NEDA) applaude Pinterest per aver assunto una posizione di leadership come prima piattaforma a vietare tutti gli annunci con linguaggio e immagini per la perdita di peso.

NEDA è incoraggiato da questo passo necessario nel dare la priorità alla salute mentale e al benessere dei Pinner, in particolare quelli influenzati dalla cultura della dieta, dal body shaming e dai disturbi alimentari.

Speriamo che questa politica globale contro il body shaming incoraggi altre organizzazioni e aziende a riflettere su messaggi pubblicitari potenzialmente dannosi e a stabilire le proprie politiche di lavoro che creeranno un cambiamento significativo”, ha affermato Elizabeth Thompson, CEO ad interim della National Eating Disorders Association. 

 

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