Società e Cultura

Protocollo per la tutela dei rider

Approvato in Toscana il protocollo per la tutela dei rider con la sottoscrizione del presidente Giani e un gruppo di aziende del food delivery oltre che i sindacati Cgil, Cisl e Uil e dal comitato regionale consumatori utenti.

Il protocollo per la tutela dei rider esprime una complessiva intesa sui diritti dei rider perché i ciclofattorini addetti alla consegna degli alimenti possano, in questo modo, essere tutelati in materia di salute e sicurezza.

protocollo per la tutela dei rider

Come funziona

Strutturate come marchi etici, le aziende che hanno sottoscritto il protocollo per la tutela dei rider, applicheranno diversi contratti ed inquadramenti alle proprie lavoratrici e lavoratori, impegnandosi ad arrivare all’applicazione della disciplina del lavoro subordinato ai propri riders, garantendo tutte le coperture assicurative e previdenziali previste dalla legge e dai contratti nazionali di lavoro.

Attraverso il protocollo per la tutela dei rider: “Sono stabiliti il divieto di discriminazioni e ranking reputazionale e sono garantite modalità di assegnazione dei turni eque e trasparenti” scrive il comunicato.

L’intesa sancisce inoltre la tutela dei diritti sindacali e il diritto all’elezione o designazione dei rappresentanti per la sicurezza.

I datori di lavoro sono tenuti a fornire dispositivi di sicurezza, a sottoporre a proprio carico i riders a visita medica preventiva, a formarli in materia di salute e sicurezza.

In caso di allerta meteo “arancione”, si impegnano a valutare la sospensione temporanea del servizio, mentre per il trasporto degli alimenti dovranno assicurare contenitori idonei a garantire resistenza, pulizia e coibentazione corretta.

“I rider, così come dichiara l’assessora Alessandra Nardini, sono diventati nel tempo il simbolo della trasformazione del mercato del lavoro e di un certo tipo di rapporto tra lavoro, piattaforme digitali e algoritmi.

Stiamo parlando di un mondo molto diversificato in cui talvolta il confine tra autonomia del lavoratore e controllo delle piattaforme è davvero limitato.

 Da mesi stiamo lavorando perché la Toscana marchi una differenza anche in questo campo e abbiamo avviato un confronto con i sindacati confederali per provare fare delle proposte e poi coinvolgere gli operatori di food delivery toscani in questa sfida.

protocollo per la tutela dei rider

L’obiettivo a cui vogliamo tendere è il riconoscimento della loro condizione di lavoratrici e lavoratori subordinati, inquadrati dentro un contratto collettivo nazionale sottoscritto dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative e vogliamo affermare che il loro lavoro debba svolgersi dentro una cornice certa di diritti e tutele.

Abbiamo scelto di coinvolgere le associazioni dei consumatori tramite il comitato regionale consumatori e utenti che presiedo con l’idea del marchio e dell’albo, perché vogliamo informare le cittadine e i cittadini in modo che possano fare degli acquisti eticamente sostenibili: l’utenza può svolgere un contributo fondamentale per un’evoluzione del servizio di consegna verso standard alti di rispetto della dignità del lavoro e di qualità del servizio”.

 

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