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Europa vieta biossido di titanio

Il biossido di titanio (TiO 2) è un ossido di metallo presente in natura.

Si tratta di uno dei cinque nanomateriali ingegnerizzati più comunemente utilizzati nei prodotti di consumo quotidiano, compresi gli alimenti.

L’additivo alimentare TiO 2, denominato E171 nell’Unione Europea (UE), è comunemente usato come agente sbiancante e schiarente in pasticceria (caramelle e gomme da masticare), salse bianche e glassa.

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La Food and Drug Administration ha approvato l’uso di biossido di titanio per uso alimentare nel 1966 con la clausola che i livelli di TiO 2 non devono superare l’1% del peso dell’alimento.

biossido di titanio

In Europa, la Direttiva UE 94/36/CE autorizza l’uso di E171 negli alimenti senza stabilire un livello di assunzione giornaliera accettabile da parte del Comitato di esperti congiunto FAO/OMS sugli additivi alimentari, sulla base di un assorbimento di TiO 2 considerato molto basso.

Tuttavia, l’uso comune di E171 porta a livelli significativi di assunzione giornaliera di nanoparticolato nella dieta tra gli esseri umani.

La Commissione Europea vieterà entro luglio il biossido di titanio come additivo alimentare.

La proposta, così come scrive in una nota la Commissione Europea: “ La proposta della Commissione si basa su un parere scientifico dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che  ha concluso che l’E171 non può più essere considerato sicuro se utilizzato come additivo alimentare, in particolare per il fatto che non possono essere escluse preoccupazioni relative alla genotossicità.

A meno che non venga adottata un’obiezione entro la fine dell’anno dal Consiglio o dal Parlamento europeo, il testo entrerà in vigore all’inizio del 2022.

Ciò avvierà quindi un periodo di eliminazione graduale di 6 mesi dopo il quale si applicherà un divieto totale nei prodotti alimentari”.

biossido di titanio

Secondo una ricerca pubblicata dalla rivista Nature gli studi sull’assorbimento gastrointestinale e sugli effetti di biossido di titanio rilevano che nell’uomo, particelle di TiO 2 di origine alimentare sono state trovate nei di pazienti affetti da malattia infiammatoria intestinale compresi i neonati.

 “Questi studi – scrive l’articolo apparso su Nature- indicano possibili contributi ai processi infiammatori cronici nell’intestino se le particelle di TiO 2 si accumulano nelle cellule del PP attraverso l’esposizione alimentare cronica, e questo resta da esplorare in vivo con l’additivo alimentare E171 a livelli di esposizione rilevanti per l’uomo. 

Inoltre, il biossido di titanio è stato classificato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) come possibile cancerogeno per l’uomo nel gruppo 2B dopo inalazione sulla base del fatto che il TiO 2 nano e di piccole dimensioni somministrato per via inalatoria o intratracheale induce il cancro ai polmoni nei ratti”.

 

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