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Biscotti per lo svezzamento. Lo studio

La rivista Foods ha pubblicato uno studio condotto dall’Università degli studi Federico II di Napoli sui biscotti per lo svezzamento e il comparto del baby food.

Lo studio pubblicato da Foods indica, come componente dei biscotti per lo svezzamento in particolare, l’acrilammide (AA), potenzialmente tossico.

“L’acrilammide – così come scrivono gli autori della ricerca – è un tossico indotto dal calore, cioè un composto che si forma negli alimenti amidacei durante la cottura ad alta temperatura.

Questo processo comporta la riduzione degli zuccheri e degli aminoacidi (asparagina) naturalmente presenti in molti alimenti.

Il meccanismo predominante nella formazione di AA negli alimenti è dovuto alla reazione di Maillard, che, oltre alla formazione di composti aromatici che esaltano il gusto e l’odore degli alimenti appena cotti, porta a composti potenzialmente pericolosi”.

biscotti per lo svezzamento

Lo studio appena citato ha valutato l’esposizione alimentare degli scolari all’acrilammide in una popolazione selezionata rappresentata da bambini di età compresa tra 3 e 13 anni.

Biscotti per lo svezzamento, così come rileva lo studio di Esposito et al., contengono acrilammide così come prodotti alimentari per bambini a base di pane e altri prodotti da forno. 

Rispetto ai biscotti per lo svezzamento, nel dettaglio, e tutto il settore del baby food, il contenuto di acrilammide, mostra livelli superiori da quanto stabilito dal Regolamento UE 2017/2158, che stabilisce una quantità di 40 μg/kg per alimenti a base di cereali e 150 μg /kg per i biscotti per lo svezzamento e fette biscottate.

biscotti per lo svezzamento

Lo studio, che rileva livelli fino a 150 microgrammi per kg in un campione di biscotti per lo svezzamento rafforza l’idea che l’introduzione di determinati alimenti nella dieta dei lattanti svezzati potrebbe comportare una significativa probabilità di esposizione cancerogena.

I ricercatori invitano, allora, a tardare l’assunzione nei bambini, di questo tipo di alimenti.

“È necessario considerare la rapida evoluzione della produzione alimentare, nonché i processi utilizzati per produrre determinati alimenti e l’attenzione riservata alla qualità delle materie prime”.

 

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