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Dieta antinfiammatoria per l’asma

Il legame tra alimentazione e asma si traduce nell’elaborazione di una dieta antinfiammatoria per l’asma che, nel complesso, è in grado di migliorare la qualità della vita di chi ne soffre.

Dati divulgati dalla Global Initiative for Asthma (GINA) ci dicono che a livello globale, l’asma riguarda 300 milioni di persone.

In Europa risultano 30 milioni di asmatici e nella sola Italia il 5% della popolazione, circa 3 milioni di persone soffrono d’asma.

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Seppur non sia possibile stabilire come l’alimentazione sia legata a questa patologia, è possibile però redigere una dieta antinfiammatoria per l’asma poiché, alimenti come frutta, cereali e legumi, riescono a ridurre l’infiammazione riducendo altresì “la produzione di specie reattive dell’ossigeno implicate nella patogenesi di questa malattia” così come spiega in un documento la rivista Nutrition Foundation of Italy.

dieta antinfiammatoria per l'asma

Una dieta antinfiammatoria per l’asma, che comprenda questi specifici alimenti, controlla i sintomi e aiuta nella convivenza con questa.

Stilare, in altre parole, una lista di alimenti che vanno a delineare una dieta antinfiammatoria per l’asma è possibile.

“L’esistenza di una relazione tra la qualità della dieta, valutata tramite l’indice Alternate Healthy Eating (AHEI-2010), e la malattia asmatica è stata osservata anche in questa analisi trasversale dei dati ottenuti in una popolazione di 12.991 donne, con un’età media di 63 anni, afferenti alla coorte francese dell’Asthma-E3N study, uno studio prospettico per il quale sono state raccolte informazioni sulla composizione della dieta dei partecipanti all’inizio dell’osservazione”.

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Dalla suddivisione della popolazione in gruppi in base alla qualità della dieta, dopo l’aggiustamento per i fattori confondenti, è emerso che le donne che ottenevano punteggi AHEI-2010 più elevati, e che assumevano più verdura, frutta, cereali integrali e legumi e meno di 1 porzione al giorno di carne rossa e processata, avevano uno score di sintomatologia dell’asma più basso.

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In altre parole, maggiore era la qualità della dieta delle partecipanti minore era la probabilità (ridotta fino al 23%) di andare incontro a sintomi come il respiro affannoso, il “fiato corto” a risposo o dopo uno sforzo fisico e la dispnea al mattino.

Inoltre, l’approccio dietetico più favorevole si associava anche a una minore assunzione di farmaci per patologie metaboliche.

“Nel complesso questi risultati confermano che una dieta equilibrata può svolgere un ruolo importante nella prevenzione e nella gestione dell’asma, anche in età relativamente avanzata”.

 

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