Sport

Jiu-jitsu brasiliano

Il jiu-jitsu brasiliano è uno sport competitivo e un’arte di autodifesa.

Questa disciplina si basa sul giungere all’impossibilità di reazione dell’avversario portandolo a terra, così da ottenere il controllo della posizione.

È un’arte che ha guadagnato una notevole popolarità in Europa e negli Stati Uniti da quando è stata presentata nel primo Ultimate Fighting Championship nel 1993.

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Una revisione sul jiu-jitsu brasiliano pubblicata dallo Strength and conditioning Journal, descrive come a causa dell’assenza di un unico organo di governo per la competizione di jiu- jitsu brasiliano negli Stati Uniti, le regole possano variare tra i tornei.

“In genere – scrive la rivista – ogni partita dura 4-5 minuti con alcuni tornei che lasciano un po’ più di tempo ai concorrenti avanzati.

Gli atleti sono divisi per sesso, età, peso e livello di abilità.

Si tengono divisioni separate per coloro che gareggiano con un gi (giacca, cintura e pantaloni) e senza il gi (t-shirt/rash guard e pantaloncini o canottiera da wrestling).

Tipicamente, i tornei sono organizzati in formato a eliminazione diretta in modo che per vincere l’atleta possa avere più partite con una pausa di 5-15 minuti”.

Il jiu- jitsu brasiliano, seppur in auge come sport popolare dal XIX sec., nasce come sport d’élite.

Praticato, infatti, nel Medioevo dalla classe nobiliare, rientrava nelle discipline di addestramento per diventare cavalieri, rango accessibile solo ai nobili, appunto.

jiu-jitsu brasiliano

Il libro “La Forza Tranquilla. Lezioni sul Combattere” (Giunti Editore, 2022, 9,90 euro) di Federico Tisi, affronta e spiega l’arte della difesa personale dello jiu-jitsu brasiliano, annoverando tra le diverse potenzialità di quest’arte del combattimento, lo sviluppo della forza fisica e la capacità del controllo della violenza.

Se la violenza è perdita di controllo e consapevolezza, le arti marziali, nella cui categoria rientra anche il jiu-jitsu brasiliano, rappresentano un insegnamento non solo di abilità fisica ma anche sviluppo della capacità di modulare sentimenti ed emozioni di difficile gestione, comportando, quindi, anche un lavoro mentale rilevante.

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Il jiu-jitsu è senz’altro un’arte della difesa, ci insegna a difenderci in situazioni con margini di pericolo per la nostra incolumità, però stabilizza la nostra presenza mentale, organizzando le emozioni e i pensieri.

Una sorta di meditazione in movimento, il jiu-jitsu ci aiuta a sostenere lo stress e tutto ciò che opprime la nostra serenità.

Combattere non significa allenare l’aggressività, quanto piuttosto si traduce nella possibilità di un confronto razionale.

Le regole del combattimento, la valutazione dell’avversario, la consapevolezza della nostra forza, sono soltanto alcuni tra gli elementi chiamati all’incontro.

 

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