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Sicurezza idrica: il caso Usa

La sicurezza idrica, ovvero l’accesso affidabile ad un’acqua sicura, rappresenta un problema che nel mondo riguarda milioni di persone.

Parlare di sicurezza idrica si traduce anche nell’accessibilità economica alla risorsa dell’acqua.

Come riporta la rivista di nutrizione dell’Università di Oxford, il Journal of Nutrition of Oxford, negli Stati Uniti assistiamo a un numero sempre più cospicuo di famiglie che non può permettersi le bollette dell’acqua.

In altri casi, continua la rivista di Oxford, una parte della popolazione statunitense consuma acque con livelli pericolosi di contaminanti, tra cui piombo e altre sostanze chimiche nocive.

Nonostante i pochi studi dedicati all’argomento il rapporto scientifico del comitato consultivo delle linee guida dietetiche 2020 rileva che “il grado in cui l’idratazione è un problema in segmenti della popolazione è una questione aperta” e “sono necessarie migliori informazioni sull’assunzione di acqua”.

sicurezza idrica

La sicurezza idrica si pone al pari di quella alimentare e, se l’accesso alle risorse alimentari, così come formalizzato diversi decenni fa, risulta ancora insufficiente, ci si riferisce all’accesso a cibi sicuri e nutrienti, l’insicurezza idrica domestica, l’incapacità di accedere in modo affidabile e di beneficiare di acqua sicura e accettabile per tutti gli usi domestici, si intreccia a questa in modo evidente e preoccupante.

Negli Stati Uniti c’è abbastanza cibo disponibile, eppure quasi il 15% delle famiglie americane con bambini ha sperimentato insicurezza alimentare nel 2020.

“La riduzione dell’insicurezza alimentare è emersa come una priorità per la salute pubblica perché ora sappiamo che le esperienze con disponibilità e accessibilità di cibo non ottimali sono sia diffuse che associate a condizioni di salute avverse”.

L’indagine di Oxford rileva che, se da un lato gli indicatori nazionali di disponibilità idrica e infrastrutture stimano che gli Stati Uniti ci sono 8668 m 3 di acqua dolce rinnovabile pro capite, e il 97% della popolazione utilizza una fonte di acqua potabile gestita in modo sicuro, dall’altro però, quando i dati vengono disaggregati e vengono presi in considerazione gli indicatori dell’accesso all’acqua e della qualità, ci sono grandi disparità tra regioni, razza e livello di reddito.

“Ad esempio, è molto più probabile che le persone che vivono nelle riserve degli indiani d’America soffrano di povertà idraulica (collegamento incompleto all’acqua calda e fredda, servizi igienici con sciacquone e stabilimenti balneari), un numero sproporzionato di individui neri e ispanici non è collegato alle tubazioni dell’acqua e quelli con redditi più bassi hanno maggiori probabilità di essere serviti da sistemi idrici con maggiori violazioni della contaminazione.

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“Nel suo articolo in questo numero del Journal of Nutrition, Asher Rosinger richiama l’attenzione tanto necessaria sul ruolo dell’insicurezza idrica nelle diete statunitensi sfruttando i dati NHANES 2005–2018”.

L’articolo si basa sull’uso dell’acqua del rubinetto come indicatore dell’insicurezza idrica, rivelando tendenze che fanno riflettere sui comportamenti dell’acqua potabile negli Stati Uniti.

 Lo studio ha mostrato che l’assunzione di acqua segnalata e l’utilizzo di acqua in bottiglia erano fortemente associati all’indicatore proxy, suggerendo che i dati dietetici possono essere utilizzati per comprendere l’evitamento dell’acqua del rubinetto e l’insicurezza dell’acqua in modo più ampio.

Ha inoltre dimostrato che il consumo esclusivo di acqua in bottiglia è in costante aumento negli Stati Uniti, e che circa la metà degli adulti non ha bevuto acqua del rubinetto in un dato giorno nel 2017-2018. 

Inoltre, ha scoperto che l’evitare l’acqua del rubinetto era associato a maggiori probabilità di consumare bevande zuccherate.

 

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