Dormire poco, o almeno, dormire meno delle 7 – 8 ore consigliate dagli specialisti per notte, ha diffuse conseguenze e non positive, sul funzionamento dell’organismo.
Il sonno influisce sul metabolismo, sull’equilibrio ormonale, sulla sensibilità all’insulina.
Un nuovo studio che arriva dagli USA rileva che dormire poco che, come già noto influisce sul tono dell’umore, riduce empatia e solidarietà verso gli altri, incoraggiando un comportamento asociale.
Lo studio statunitense è stato pubblicato dalla rivista Plos Biology, in cui si evidenzia come dormire poco agisca come fattore determinante nella scelta di un comportamento egoistico riducendo il desiderio di aiutare gli altri.
Il gruppo di ricercatori suggerisce come dormire poco e, quindi, un deficit cronico del sonno, danneggi i legami sociali compromettendo l’istinto altruista, caratteristica propria dell’essere umano e della società che gli si modella addosso.
Se l’altruismo e il mantenimento di società cooperative e civili sono aspetti rilevanti della società che costruiamo, allora, il dato evidenziato dalla nuova ricerca, rivela una società che potrebbe cambiare il proprio scenario sociale.
La ricerca sul dormire poco e l’atteggiamento egoistico ha esaminato la propensione di 160 partecipanti ad aiutare gli altri con un “questionario sull’altruismo auto–riferito”, che hanno completato dopo una notte di sonno.
I partecipanti hanno risposto a diversi scenari sociali su una scala da “mi fermerei per aiutare” a “li ignorerei”.
In un esperimento che ha coinvolto 24 partecipanti, i ricercatori hanno confrontato le risposte della stessa persona dopo una notte riposante e dopo 24 ore senza dormire.
I risultati hanno rivelato un calo del 78% dell’entusiasmo auto-riferito di aiutare gli altri quando sono stanchi.
Dormire poco condiziona l’attività cerebrale e, così come scrivono i ricercatori: “In definitiva l’atto decisionale di aiutare gli altri coinvolge il cervello umano.
L’aiuto prosociale di vario genere impegna costantemente un insieme di regioni del cervello note come rete di cognizione sociale.
Composto dalla corteccia prefrontale mediale dal solco temporale medio e superiore, dalla giunzione temporo-parietale e dal precuneo questa rete si attiva quando si considerano gli stati mentali, i bisogni e le prospettive degli altri e la scelta attiva di aiutarli.
Al contrario, le lesioni all’interno delle regioni chiave di questa rete provocano una “sociopatia acquisita” associata a una perdita di empatia e al ritiro dell’aiuto compassionevole”.