La convivialità che caratterizza il Natale è un problema per chi soffre di un disturbo alimentare.
Prendere coscienza del problema si traduce, allora, nel come affrontare il Natale con chi ha un disturbo alimentare, nel porsi questa domanda e nel trovare una strategia efficace perché si possa accogliere in serenità chi soffre del problema.
Facciamo chiarezza su come affrontare il Natale con chi ha un disturbo alimentare con il Dott. Giuseppe Magistrale, responsabile clinico del centro DCA di Bari.
“Partiamo da un assunto importante, il Natale si svolge, almeno nella maggioranza dei casi, in famiglia.
La famiglia può attivare una serie di scenari, accade il bello sì, ma possono esserci anche situazioni familiari difficili che possono risvegliare dei vissuti, dolorosi in qualche modo. Si possono riattivare ricordi legati all’infanzia, ma nello specifico le persone che soffrono di disturbi alimentari, affrontano molte difficoltà a Natale.
Ci si vede, e ci si incontra per mangiare e le persone che hanno questo tipo di disturbo, proprio per come funziona la patologia, hanno la necessità di esercitare un controllo sul cibo e sulla loro immagine corporea. Essere circondati da cibo e persone che vivono diversamente il momento, quindi, la pressione sociale, possono creare un forte disagio”.
Come affrontare il Natale con chi ha un disturbo alimentare significa, così come continua a spiegarci il Dott. Magistrale, rendersi conto che: “La persona che soffre di un disturbo alimentare vive con estrema fragilità e disagio tutto ciò che concerne il cibo e il suo corpo.
Paure amplificate da quelle conversazioni che seppur in modo involontario, pongono l’attenzione sul corpo.
Dire che ci si sente gonfi, che da dopo le feste si inizia la dieta o qualsivoglia commento sul corpo sono fonte di angoscia, preoccupazione, crisi.”
È giusto da parte di chi accoglie proporre, assunto e presa coscienza che c’è un problema importante, un Natale al cinema, in giro a passeggio? Insomma proporre un piano che non preveda soltanto la tavola?
“Assolutamente sì. Le persone che accolgono possono fare una differenza molto grande.
Se esercitano una certa sensibilità al problema, queste persone possono di certo alleggerire il carico emotivo di chi vive con disagio questa festività a causa del cibo.
Ci sono i giochi da tavolo, cinema e ci sono diversi momenti da trascorrere insieme senza che si basino necessariamente sul cibo.
Si può chiedere alla persona che soffre di disturbo alimentare cosa si può fare per farla stare meglio.
Conoscere il menù in anticipo, proporre di preparare dei piatti più “sicuri” per quella persona, e sapere che la persona che soffre di disturbo alimentare non mangerà tutto o forse mangerà poco”.
Continua a spiegarci il Dott. Magistrale su come affrontare il Natale con chi ha un disturbo alimentare:
“Evitiamo i commenti sul come e quanto si mangia, se siamo gonfi, perché dico questo? La persona che soffre di disturbi alimentari magari è serena, ma con queste argomentazioni tenderà repentinamente a riporre nuovamente l’attenzione sul suo corpo, sul cibo con conseguente angoscia”.
“Evitiamo apprezzamenti di tipo fisico, anche quelli che per noi sono complimenti.
Se una persona soffre di disturbi alimentari, è utile attraversare la difficoltà con questa persona, che ci è cara ed alla quale possiamo dimostrarlo vivendo con lei questa difficoltà”.
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