Malattie tropicali: Italia a rischio

Le malattie tropicali, dengue fever, lebbra, chikungunya ne sono qualche esempio, colpiscono in Italia almeno 4.000 persone con il corrispettivo di casi dichiarati.

Nel mondo le malattie tropicali interessano oltre un miliardo di persone e causano più di mezzo milione di morti l’anno, senza contare le invalidità permanenti.

A sollevare l’attenzione sulle malattie tropicali è l’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), che spiega in un comunicato stampa cosa siano le malattie tropicali neglette.

malattie tropicali

“Un gruppo eterogeneo di 20 patologie, molte delle quali a carattere infettivo, causate da virus, batteri, funghi e tossine”.

 Neglette, in quanto “dimenticate” “dall’agenda politica e anche dalla ricerca scientifica, “invisibili” all’opinione pubblica e diffuse soprattutto tra le popolazioni povere e marginalizzate, che vivono in Paesi in via di sviluppo”.

L’Italia presenta oltre 4000 casi l’anno, sottostimati rispetto alla reale incidenza, che è almeno 10 volte di più, e si colloca così al 4° posto per diffusione dopo Inghilterra, Francia e Germania.

Dora Buonfrate, medico del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali e direttrice del Centro collaboratore OMS per la strongiloidosi e altre malattie tropicali neglette dichiara: “Le persone positive al parassita responsabile di strongiloidosi sono in maggioranza anziani che vi sono venuti in contatto nei decenni scorsi, camminando a piedi scalzi in campagna o toccando terriccio contaminato da feci umane, due evenienze oggi molto meno probabili.

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I sintomi possono essere banali, come un semplice prurito, ma se il paziente è immunodepresso la malattia può peggiorare fino a diventare fatale: è il rischio che è stato corso da alcuni durante la pandemia, quando in molti anziani le terapie cortisoniche per Covid-19 hanno abbassato le difese immunitarie e ‘slatentizzato’ la strongiloidosi.

Un’adeguata sorveglianza e la diagnosi precoce sono le armi per combattere questa, ma anche le altre malattie tropicali neglette”.

“Tuttavia proprio la pandemia ci ha insegnato che la salute e la malattia oggi sono da considerare fenomeni globali: una patologia presente in una parte del mondo può rapidamente ‘viaggiare’ e raggiungere qualsiasi altro luogo grazie alla mobilità di persone, alimenti, animali e con l’aiuto del cambiamento climatico”, aggiunge Federico Gobbi, direttore dello stesso Dipartimento e professore associato di Malattie Infettive all’Università di Brescia.

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