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Carbonato di calcio e allergia al latte

Il carbonato di calcio (sigla E170 nella codifica europea dei coloranti alimentari) si trova più spesso negli integratori alimentari.

Usato anche come additivo alimentare in molti prodotti commerciali, il carbonato di calcio aiuta a ridurre l’acidità di alcuni alimenti e può agire come agente antiagglomerante in altri.

carbonato di calcio

Per chi soffre di allergia al latte, la gamma di cibi e bevande a base di carbonato di calcio presente sul mercato non dovrebbe influire negativamente, in quanto la maggior parte delle allergie al latte non ha nulla a che fare con il calcio. 

Invece, un’allergia al latte comporta una risposta anomala a due delle proteine ​​presenti nel latte: caseina e siero di latte.

Come succede in altre forme allergiche il sistema immunitario identifica erroneamente queste proteine ​​come sostanze nocive, causando il rilascio di anticorpi per proteggere il corpo dai danni. 

carbonato di calcio

Gli anticorpi innescano anche il rilascio di sostanze chimiche, che provocano i sintomi spesso associati a una reazione allergica.

L’allergia al latte e, quindi, consumare bevande oppure alimenti a base di caseina o siero di latte provoca in genere una risposta gastrointestinale, come nausea, vomito, crampi addominali.

Un’eruzione cutanea, orticaria, tosse, respiro sibilante, difficoltà respiratorie, naso che cola e lacrimazione spesso accompagnano questi sintomi.

Come con qualsiasi allergia, la migliore forma di trattamento è evitare prodotti contenenti latte. 

Ovviamente latte, burro, yogurt, gelato e formaggio sono fuori menù, ma molti altri alimenti possono contenere latticini, quindi prestate molta attenzione agli ingredienti.

carbonato di calcio

Cross-reattiva, l’allergia al latte vaccino e al latte di altri mammiferi (capra, pecora, bufala) per la presenza di sequenze di amminoacidi comuni nelle proteine allergeniche dei diversi latti.

L’etichettatura dei cibi pronti è infine una fonte fondamentale d’informazione, perché deve riportare qualunque ingrediente incluso nella lista degli allergeni stilata dalla Comunità Europea, anche se presente in quantità estremamente contenute.

Punto critico resta però l’individuazione della soglia di reattività clinica, che consentirebbe di regolamentare le cosiddette “tracce” (allergeni nascosti).

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