Come i fiori aiutano l’esperienza di guarigione è una recente branca della ricerca scientifica che analizza le risposte psicofisiologiche dell’uomo alle fragranze floreali.
Se in termini generali si stabilisce che le fragranze e l’esperienza sensoriale olfattiva migliorino la salute umana, d’altro canto uno studio giapponese pubblicato su HortScience ha studiato proprio come i profumi dei fiori aiutano l’esperienza di guarigione.
È stato preso in esame il profumo di pruno giapponese, misurando gli effetti del profumo diffuso naturalmente dalla pianta per simulare il modo in cui generalmente percepiamo il profumo naturale nella vita di tutti i giorni.
Lo studio su come i fiori aiutano l’esperienza di guarigione, è stato svolto prendendo in esame 26 maschi giapponesi, raccogliendo dati specifici che includevano attività del sistema nervoso cerebrale e autonomo, scala del differenziale semantico e profilo degli stati dell’umore.
Ne è risultato che l’esposizione alla fragranza ha attivato in modo significativo il sistema nervoso simpatico e le aree cerebrali legate al movimento, alla parola e alla memoria, indicando che, appunto, i fiori aiutano l’esperienza di guarigione perché il contatto con un profumo floreale come la fragranza di fiori di pruno, così come scrivono i ricercatori “Può migliorare gli stati dell’umore e può favorire le funzioni cerebrali della memoria, della parola e del movimento, portando potenzialmente a miglioramenti della salute emotiva, depressione e disturbi della memoria”.
Regalare dei fiori dopo una condizione di indisposizione è un gesto premuroso ma, secondo quanto dimostrano recenti studi empirici, aiuterebbe a ristabilirsi prima.
In linea generale possiamo dire che il coinvolgimento attivo o passivo con la natura, come il giardinaggio o l’osservazione/esperienza di un ambiente naturale, può avere un impatto positivo sulla salute fisica e mentale.
E se la maggior parte degli studi si è concentrata sulla percezione visiva della natura oppure sulla percezione attiva coinvolgimento con le piante questa ricerca, invece, ha rilevato l’importanza delle percezioni sensoriali non visive come profumo, suono, tatto e gusto.
“È interessante notare che, confrontando le risposte cerebrali con le risposte verbali intuitive allo stesso profumo hanno scoperto che i profumi vegetali familiari come lo shiso ( Perilla frutescens) e le foglie dell’albero del pepe giapponese ( Zanthoxylum piperitum ), spesso utilizzate come alimenti o medicinali, sono tipicamente considerate stimolanti, mentre in realtà hanno un effetto rilassante sull’area prefrontale del cervello coinvolta nella funzione di giudizio e sentimento”.
Lo studio, quindi, suggerisce fortemente che l’uso terapeutico delle piante dovrebbe mirare a più sensi per un impatto ottimale sulle condizioni di salute fisica, mentale e psicologica proprio perché dimostra come i fiori aiutano l’esperienza di guarigione.