Insonnia: notti bianche per il 20% degli italiani

La medicina definisce come insonnia l’insoddisfazione per la quantità o la qualità del sonno, associata alla difficoltà nell’iniziare e mantenere il sonno da almeno tre mesi.

L’insonnia è, quindi, una perturbazione del sonno caratterizzata da risvegli frequenti e problemi legati alla durata del riposo, con evidenti difficoltà nel riaddormentarsi.

L’impatto dell’insonnia sulle ore diurne è grave, in quanto comporta: sonnolenza, iperattività e un generale peggioramento della qualità della vita.

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Claudio Mencacci, direttore di psichiatria all’ospedale Fatebenefratelli di Milano e co-presidente SINPF, spiega dopo i lavori congressuali del XXIV Congresso Nazionale della Società Italiana di Neuro-Psico-Farmacologia (SINPF), che l’insonnia in alcuni casi può essere riconosciuta anche come sintomo di alcuni disturbi psichiatrici.

“In questo caso le cause possono essere riconducibili a diversi fattori: un disallineamento del ritmo sonno-veglia rispetto a un ritmo considerato normale, per via ad esempio di cambiamenti di fusi orari o turni di lavoro o altra causa; uno sfasamento del ritmo biologico, come causa primaria, tipico ad esempio di chi soffre di irregolarità del ritmo sonno-veglia; un ritardo o un anticipo della fase di sonno che inducono rispettivamente un’insonnia iniziale o una sonnolenza serale con un precoce risveglio al mattino; un ritmo sonno-veglia diverso dalle 24 ore con un ritardo di 1-2 ore che si somma di giorno in giorno con inevitabili conseguenze”.

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La ricerca, però, intraprende nuovi percorsi per sconfiggere quello che sembra un incubo per almeno il 20% di italiani che conferma di soffrire di insonnia.

La SINPF, infatti, comunica la scoperta di un nuovo antagonista in grado di agire sull’orexina, uno dei principali neurotrasmettitori in grado di agire sul sonno, una vera ‘direttrice d’orchestra’, bloccando la sua attività sui due recettori più importanti.

Studi pubblicati sulla rivista Lancet e su Sleep Journal che hanno analizzato l’efficacia di questo farmaco.

“La nuova molecola appartenente alla classe dei DORA (Dual Orexin Receptor Antagonists) si chiama daridorexant e agisce con un bersaglio diverso da quello dei farmaci tradizionali, come le benzodiazepine e farmaci Z (zolpidem, zopiclone, eszopiclone) che impattano sul sistema del GABA, o di trazodone, mirtazapina, quetiapina, doxepina che “sedano” il paziente attraverso il sistema dell’istamina, fino ai farmaci che agiscono sulla melatonina. Daridorexant regola i cicli sonno-veglia che sono alterati in chi soffre di disturbi del sonno, permettendo quindi anche maggiori performance nello svolgimento delle funzioni diurne, spesso offuscate dagli effetti dell’insonnia”.

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