La scienza della nutrizione attuale evidenzia l’importanza dei nitrati alimentari in diversi ambiti della salute umana: da quella cardiovascolare fino alla salute cerebrovascolare.
Secondo quanto riportato da una ricerca pubblicata nel luglio ’23 dalla rivista Nutrition Foundation of Italy, l’importanza dei nitrati alimentari è associata a una riduzione di eventi come le malattie coronariche, o di fattori di rischio cardiovascolare come l’ipertensione.
Il nitrossido, oppure ossido nitrico è un radicale libero dalle differenti funzioni biologiche, regola infatti, il tono vascolare e possiede un importante effetto inibitorio sull’aggregazione piastrinica, migliorando così la circolazione sanguigna in specifici distretti dell’organismo.
Può essere prodotto dall’organismo con l-arginina oppure assunto attraverso la dieta alimentare, e quindi da ciò deriva l’importanza dei nitrati atti appunto a produrlo.
Lo studio di coorte a lungo termine citato sull’importanza dei nitrati alimentari, con un follow-up medio di 14,5 anni è stato condotto su 9.737 soggetti sani all’inizio dell’osservazione, che hanno correlato l’assunzione di nitrati con la dieta e il rischio di demenza, o con marcatori di imaging della salute cerebrovascolare.
“Ai partecipanti arruolati è stato somministrato un questionario sulla frequenza alimentare (FFQ), finalizzato anche a stimare la quantità di nitrati alimentari di origine vegetale o non vegetale”.
L’importanza dei nitrati, secondo quanto concluso dallo studio, si associa a un’assunzione media di 50 mg/giorno di nitrati da alimenti di origine vegetale.
L’importanza dei nitrati vegetali si riscontrava, infatti, con un ridotto rischio di sviluppare demenza (-8%), mentre al contrario, non si osservava alcuna associazione protettiva per i nitrati da alimenti di origine non vegetale.
“Tale differenza potrebbe essere spiegata – secondo gli autori dello studio – dal fatto che composti bioattivi contenuti nei vegetali (come la vitamina C e i polifenoli) favorirebbero la conversione del nitrato in ossido nitrico; il nitrato proveniente da fonti non vegetali – in assenza di questi composti – potrebbe essere invece convertito in nitrosammine e influire negativamente sulla salute del cervello”.
Tuttavia, i risultati ottenuti attraverso lo studio di marcatori di imaging cerebrale non sono stati in grado di confermare l’associazione tra assunzione di nitrati alimentari e indicatori di demenza, probabilmente perché l’ossido nitrico influenza principalmente il tono vascolare dei piccoli vasi sanguigni, i cui effetti sono più difficili da rilevare dalle immagini cerebrali.
L’importanza dei nitrati di origine vegetale, tuttavia, rimane un fondamento dell’attuale consapevolezza alimentare: al via, quindi, a lattuga, spinaci, cavolo verza, cavolfiore, finocchio, indivia e zucchine.
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