Napoli la città sospesa, saggio di Enrico Cardillo, Antimo Manzo e Italo Talia, alla cui partecipata presentazione hanno preso parte noti esponenti del tessuto amministrativo, culturale e imprenditoriale napoletano, è un’opera aperta.

La discussione su “Napoli la città sospesa” che ha coinvolto Enzo d’Errico (direttore Corriere del Mezzogiorno), Paolo Macry (professore emerito di Storia contemporanea all’Università Federico II), Paolo Scudieri (amministratore delegato del Gruppo Adler Pelzer), Federica Brancaccio (Presidente Ance) e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, evidenziava, infatti, l’urgenza di risposte fattuali in linea con i dettami del futuro: sostenibilità ambientale, sviluppo manageriale, green economy, turismo.
Se Cardillo, autore del saggio Napoli la città sospesa, argomenta la visione di un’epochè partenopea come ingombrante eredità per le generazioni prossime, d’altro canto si interroga sulle vie del progresso possibili e sull’impegno delle classi sociali a formulare nuovi scenari produttivi.
E se il direttore del Corriere del Mezzogiorno Enzo D’Errico evidenzia storiche fratture dell’anatomia sociale partenopea, d’altro canto si chiede di interrompere quei “mali” che appiattiscono il fervore produttivo e il ricambio generazionale.
Tra i mali peggiori il nepotismo partenopeo volto a conservare blocchi immobili di alcuni ceti e che assopiscono nuovi esprit propulsivi e innovativi.
Il libro Napoli la città sospesa, tra speculazione economica e politica, il libro si configura come excursus storico per comprendere la situazione della città oggi, chiede nuovi strumenti per una nuova classe dirigente.

Antimo Manzo, storico dirigente Cgil con ruoli di primo piano nelle amministrazioni napoletane e coautore, dichiara: “Dal dopoguerra ad oggi, abbiamo evidenziato la volontà di cambiamento dei napoletani che si è manifestata con l’alternarsi di tante e diverse forme politiche di governo. Ma i risultati sono stati sempre deludenti. Da qui la domanda: è possibile fermare la decadenza?”
Il sindaco Manfredi: “Napoli è una città sospesa, di grandi fiammate e grandi delusioni.

Questo ha creato disaffezione dei cittadini, fatalismo e una reputazione della città che fatica ad attrarre investimenti. Spesso ci sentiamo speciali, ma anche qui amministrare significa avere un’organizzazione.
Stiamo lavorando per creare una struttura amministrativa che riesca a governare i processi di quotidianità e prospettiva.
Dobbiamo creare opportunità e attrarre capitale umano e investimenti: così possiamo dare la spinta per la trasformazione della città. Lavoriamo insieme”.
È nelle parole di Federica Brancaccio che si attualizza quel pensiero sotteso e comune del saggio Napoli la città sospesa e degli autori, una nuova spinta per una visione nuova e globale della città.
Lo storico Paolo Macry rilegge, nel suo intervento, le amministrazioni passate della città e individua in Achille Lauro, Antonio Bassolino e Luigi De Magistris personalità creatrici, che sono state capaci di reinventare percorsi identitari cittadini e collettivi.
Una generale attenzione al settore dell’edilizia e delle costruzioni nel napoletano e che, forse più di tutti chiede un nuovo disegno.
Guarda la video intervista su Youtube: Le città del futuro. Ripensare gli spazi pubblici





