Al momento non esistono prove di trasmissione da uomo a uomo dei virus dell’influenza aviaria e non sono stati riportati casi umani nell’Unione Europea. È quanto ribadito dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) in una pagina FAQ dedicata sul suo sito, che descrive le principali informazioni utili sull’aviaria.
L’Iss ricorda che la maggior parte dei virus aviari sono innocui per l’uomo. Tuttavia, alcuni ceppi virali possono sviluppare mutazioni che aumentano la capacità di infettare altre specie, compreso l’uomo. I casi umani finora osservati sono stati prevalentemente asintomatici o caratterizzati da sintomi lievi. Secondo l’Ecdc (Centro Europeo per il Controllo delle Malattie), il rischio di infezione per la popolazione generale è basso, mentre può aumentare a un livello moderato per i lavoratori esposti in allevamenti con focolai confermati.
L’aviaria colpisce principalmente uccelli selvatici, in particolare acquatici, che fungono da veicolo di trasmissione per gli animali di allevamento, come bovini, e per gli animali domestici, come i gatti. Sebbene i casi di infezione umana siano sporadici, l’attenzione mediatica si è concentrata sui focolai negli allevamenti di bovini negli Stati Uniti e sul decesso di una persona in Luisiana. In Italia, invece, non si segnalano infezioni negli allevamenti di bovini, ma continuano a verificarsi focolai tra i volatili, come accade in diversi Paesi europei.
Per quanto riguarda la sorveglianza, in Italia è affidata ai servizi veterinari e coordinata dall’Iss attraverso la rete RespiVirNet, che monitora le sindromi simil-influenzali (ILI) causate da virus respiratori su tutto il territorio. In Europa, la situazione dell’aviaria viene costantemente monitorata dalla Commissione Ue in collaborazione con l’Ecdc, l’European Food Safety Authority (Efsa) e l’European Reference Laboratory (Eurl) for Avian Influenza.
L’Iss sottolinea inoltre che non esiste alcuna evidenza che l’influenza aviaria possa essere trasmessa all’uomo attraverso il consumo di carne contaminata. La principale via di trasmissione è rappresentata dall’inalazione di particelle liquide o solide infette. Per quanto riguarda gli animali domestici come gatti e cani, sebbene il rischio di infezione non possa essere escluso, è consigliabile evitare il contatto con uccelli selvatici, sia vivi che morti, e non alimentarli con carne cruda o prodotti di origine animale provenienti da allevamenti non controllati durante i periodi di circolazione virale.