L’Europa Scommette sulla Salute: La Life Science Come Chiave per la Crescita e il Benessere Futuro
In un contesto globale in cui l’Europa fatica a tenere il passo con la crescita di Stati Uniti e paesi emergenti, l’investimento in settori strategici si configura non come una scelta, ma come una vera e propria necessità. A sottolinearlo con forza è Fabio Landazabal, presidente e Ad di Gsk Italia e figura di spicco di Farmindustria, in un incisivo editoriale pubblicato su ‘Affari e Finanza’. Per Landazabal, il settore life science rappresenta uno di questi pilastri fondamentali, non solo per la tutela della salute pubblica, ma come autentico motore di crescita economica, innovazione e occupazione qualificata, un asset industriale cruciale per il futuro del continente.
Con una visione chiara e lungimirante, Landazabal ribadisce un concetto spesso sottovalutato: “la salute non è una mera voce di spesa, ma una potente leva di sviluppo, al pari di settori strategici come la difesa, il digitale e la transizione ecologica”.
Il recente New Economic Governance Framework (Ngef) europeo, che mira a riformare il Patto di stabilità, offre, secondo l’analisi di Landazabal, un’opportunità concreta per superare una visione puramente contabile del bilancio pubblico. In questo nuovo scenario, diventa non solo possibile, ma auspicabile, investire oggi per generare crescita e, di conseguenza, minori costi futuri. La salute entra così di diritto tra le priorità strategiche di questa rinnovata prospettiva economica.
A suffragare questa tesi, Landazabal cita dati concreti: “secondo il rapporto Teha, la vaccinazione degli over 65 e dei pazienti oncologici contro Hpv, pneumococco, influenza e Herpes zoster permetterebbe di risparmiare ogni anno oltre 10 miliardi di euro”. Un’ulteriore analisi di Altems stima che “estendendo la vaccinazione a tutta la popolazione adulta, come previsto dal Piano nazionale, i benefici economici potrebbero superare ulteriori 10 miliardi all’anno. Non si tratta solamente di ridurre la spesa sanitaria, ma di aumentare la produttività, favorire l’inclusione sociale e migliorare il benessere complessivo della popolazione”.
Il sistema sanitario attuale, messo a dura prova dal trend demografico – con un italiano su quattro over 65 e milioni di ultra 50enni affetti da fragilità croniche, spesso aggravate da infezioni prevenibili – necessita, secondo Landazabal, di una profonda ripensamento. Se gestito con lungimiranza, può trasformarsi in un vero e proprio motore per rafforzare la competitività economica e finanziare il sistema sanitario in modo più sostenibile. L’estensione delle vaccinazioni alla popolazione adulta, ad esempio, non solo porterebbe a una significativa riduzione delle spese sanitarie evitabili, ma potrebbe anche mantenere le persone anziane più attive, sane e produttive, alleggerendo il carico sulle strutture sanitarie e migliorando la partecipazione della forza lavoro.
Per “investire dove è realmente necessario per crescere”, il manager di Gsk suggerisce di seguire la strada tracciata da Meridiano Sanità, ovvero “fare della salute un asse strategico della politica industriale e della governance europea, cogliendo appieno le opportunità offerte dal Ngef”.
L’Italia, secondo Landazabal, possiede tutte le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista nel rilancio dell’Europa come potenza innovativa. Tuttavia, per raggiungere questo ambizioso obiettivo, è necessario agire con coraggio e implementare “una strategia nazionale che riconosca la salute come parte integrante della politica industriale”. Un contesto in cui la collaborazione sinergica tra pubblico e privato possa generare valore condiviso, a beneficio dei cittadini, dell’economia e dell’ambiente, costruendo così “una popolazione più sana, attiva e capace di contribuire alla crescita e al benessere del Paese”. La scommessa sul futuro dell’Europa passa inevitabilmente per un investimento strategico e consapevole nella salute e nelle scienze della vita.