Il Gruppo San Donato (GSD) risponde alla crescente ondata di aggressioni ai danni del personale sanitario con un’iniziativa concreta e innovativa: corsi di Krav Maga tenuti da Gabrielle Fellus, esperta di fama internazionale in questa disciplina di autodifesa.
Il progetto, denominato “I Respect – La cultura del rispetto” e nato anche grazie al supporto di Gsd Foundation Ets, è rivolto a medici, infermieri, operatori sanitari e amministrativi di diverse strutture del Gruppo, con l’obiettivo di fornire loro gli strumenti necessari per prevenire, gestire e controllare aggressioni verbali e fisiche in corsia.
Gabrielle Fellus: Una “Guru” del Krav Maga per la Sicurezza del Personale Sanitario
Gabrielle Fellus è l’unica donna in Italia ad aver raggiunto il livello Expert (Ikmf) di Krav Maga come istruttrice in area civile. Forte della sua esperienza, ha ideato un workshop formativo che ha già preso il via nei policlinici bergamaschi San Marco e San Pietro e che coinvolgerà anche gli Irccs milanesi ospedale San Raffaele e Policlinico San Donato.
L’obiettivo dell’iniziativa è duplice, come spiegano da Gsd Foundation: “Sensibilizzare le persone e fornire strumenti pratici ed efficaci per riconoscere i segnali precoci di un comportamento aggressivo e intervenire in sicurezza, riducendo i rischi per l’incolumità del personale, senza mai ricorrere alla violenza.” Questa necessità nasce dal preoccupante aumento degli episodi di violenza ai danni del personale sanitario negli ultimi anni, un fenomeno che ha spinto il Ministero della Salute a emanare specifiche raccomandazioni per la prevenzione e la gestione di tali atti.
“Il Rispetto è la Prima Forma di Autodifesa Consapevole”
“Il primo passo per contenere il conflitto – afferma Gabrielle Fellus – è riconoscere il valore del rispetto: per se stessi, per gli altri e per il proprio ruolo professionale. In ospedale o in ambulatorio il dialogo, il controllo dello spazio, della voce e dello sguardo diventano strumenti di autodifesa consapevole, senza escalation. Questo workshop nasce proprio per fornire i mezzi principali per riconoscere, prevenire e gestire i comportamenti aggressivi, tutelando la salute fisica e psicologica di chi ogni giorno si prende cura degli altri. La prevenzione parte dal rispetto reciproco e dalla consapevolezza del proprio valore professionale”, sottolinea l’esperta.
Gabrielle Fellus vanta una solida formazione nelle aree Security, Vip Protection e Law Enforcement e si è specializzata nell’insegnamento a categorie vulnerabili come donne, bambini e persone diversamente abili. Con la sua associazione “I Respect”, ha sviluppato un metodo efficace per supportare vittime di violenza, minori con problemi di bullismo, dipendenze e disturbi alimentari, ansie, attacchi di panico e stati di depressione, collaborando con importanti strutture ospedaliere.
Un Corso Strutturato in Cinque Fasi per la Gestione delle Aggressioni
Il corso rivolto agli operatori del Gruppo San Donato ha una durata di 2 ore e prevede un massimo di 50 partecipanti. Si articola in cinque fasi progressive:
- Teoria: Introduzione ai principi del rispetto reciproco e alle basi per rafforzare autostima e assertività.
- Giochi propedeutici: Esercizi ludici mirati a sciogliere le tensioni e favorire l’interazione tra i partecipanti.
- Pratica a coppie: Apprendimento di tecniche specifiche per la gestione di situazioni aggressive, con scambio di ruoli tra “vittima” e “aggressore” per sviluppare empatia e consapevolezza.
- Condivisione: Analisi di casi reali di aggressioni in ambito sanitario e narrazione di esperienze personali per creare un ambiente di supporto e apprendimento collettivo.
- Simulazioni realistiche: Esercitazioni pratiche in situazioni simulate per consolidare la capacità di reazione e applicare le tecniche apprese in un contesto protetto.
L’iniziativa del Gruppo San Donato, grazie alla competenza di Gabrielle Fellus e alla strutturazione del corso, rappresenta un passo importante per fornire al personale sanitario gli strumenti necessari per affrontare in sicurezza le aggressioni, tutelando la propria incolumità fisica e psicologica e promuovendo una cultura del rispetto all’interno delle strutture ospedaliere.