Le malattie cardiovascolari rimangono la principale causa di morte in Italia, con oltre 230.000 decessi annui. L’aterosclerosi, in particolare, si conferma il principale killer cardiovascolare, responsabile di morte prematura e grave disabilità. Tuttavia, la medicina moderna dispone di strumenti efficaci per prevenire lo sviluppo e la progressione di questa patologia, attraverso stili di vita sani e terapie farmacologiche mirate.
Nonostante la disponibilità di chiare linee guida sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari di origine aterosclerotica, i dati del “mondo reale” evidenziano una significativa discrepanza tra le raccomandazioni e la loro effettiva applicazione clinica, soprattutto nei pazienti che hanno già subito un evento ischemico come infarto o ictus.
Il Progetto ANMCO “Bring-Up” Prevenzione: Un’Iniziativa per Colmare il Divario
Per affrontare questa “inerzia terapeutica” e migliorare la qualità delle cure in tutta Italia, l’ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) ha ideato e condotto il progetto “Bring-Up” Prevenzione. Come spiega Furio Colivicchi, past presidente ANMCO e direttore Cardiologia Clinica e Riabilitativa dell’ospedale San Filippo Neri di Roma, si tratta di “un’iniziativa ambiziosa finalizzata a migliorare la qualità delle cure in tutta Italia, mettendo sotto controllo tutti i fattori che favoriscono e determinano le recidive di ischemia cardiaca in pazienti con alto rischio. In particolare, volevamo incrementare in maniera significativa il numero dei pazienti in cui i livelli di colesterolo Ldl si riducono in linea con le raccomandazioni delle attuali linee guida. Sappiamo infatti che ridurre il colesterolo Ldl riduce grandemente la probabilità di infarto o ictus”.
Risultati Promettenti: Obiettivo LDL-C Raggiunto in Oltre il 60% dei Pazienti
Lo studio “Bring-Up” ha coinvolto 189 centri cardiologici italiani, un campione rappresentativo delle strutture del Paese, e ha arruolato 4.790 pazienti con una storia di pregresso infarto miocardico e/o rivascolarizzazione coronarica.
Dopo un anno di follow-up, l’obiettivo principale dello studio, ovvero aumentare il numero di pazienti con livelli di colesterolo LDL ben controllati (< 55 mg/dL, come indicato dalle linee guida internazionali), è stato pienamente raggiunto. All’inizio dell’iniziativa, solo il 33% dei pazienti aveva un colesterolo LDL sotto controllo. Questa percentuale è salita al 58% dopo sei mesi e al 62% dopo un anno.
Come sottolinea Aldo Maggioni, direttore Centro Studi ANMCO, “il confronto con altri studi nazionali e internazionali, condotti di recente, è particolarmente soddisfacente. Negli altri studi europei e nord-americani, infatti, meno del 40% dei pazienti hanno raggiunto valori di colesterolo Ldl inferiori a 55 mg/dl.”
Terapie Tradizionali ed Efficaci: Statine ed Ezetimibe Protagoniste
Un aspetto particolarmente interessante evidenziato da Aldo Maggioni è che questi risultati significativi sono stati ottenuti prevalentemente con l’utilizzo di farmaci tradizionali, ormai generici e quindi a basso costo, come le statine, molto spesso in associazione con l’ezetimibe. Il ruolo dei nuovi farmaci più potenti e costosi è risultato limitato a una piccola percentuale di pazienti con livelli di colesterolo particolarmente elevati.
Per quanto riguarda il decorso clinico, la mortalità a un anno dei pazienti ambulatoriali in prevenzione secondaria è risultata essere di circa il 2%, con la necessità di un nuovo ricovero ospedaliero nel 6% dei casi.
Prospettive Future: Confermare i Risultati a Lungo Termine
Massimo Grimaldi, presidente designato ANMCO e direttore Cardiologia dell’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti (Ba), conclude: “Il progetto di ‘Bring-up’ Prevenzione ha raggiunto l’obiettivo primario di un aumento clinicamente rilevante della percentuale di pazienti che raggiungono gli obiettivi di Ldl-C, dimostrando che questo obiettivo può essere raggiunto con l’uso di terapie consolidate e a basso costo: nella stragrande maggioranza dei pazienti statine ad alta intensità in combinazione con ezetimibe. I risultati favorevoli osservati a 6 e 12 mesi dovranno essere confermati su periodi di tempo ancora più lunghi, così che questa iniziativa di scienza dell’implementazione, che ha coinvolto un numero estremamente elevato di centri cardiologici ospedalieri nazionali, si dimostri davvero in grado di migliorare le strategie terapeutiche di prevenzione secondaria nei pazienti con un precedente evento aterotrombotico coronarico in un intero Paese”.
Il progetto “Bring-Up” rappresenta un importante passo avanti per migliorare la qualità delle cure e l’aderenza alle linee guida nella prevenzione secondaria dell’aterosclerosi in Italia, con un focus sull’ottimizzazione del controllo del colesterolo LDL attraverso terapie consolidate ed economiche.