I reparti di Medicina interna degli ospedali italiani sono sotto pressione insostenibile: oltre la metà sono in cronico overbooking, assistendo un numero enorme di pazienti anziani e cronici con necessità complesse. La Federazione dei medici internisti ospedalieri (FADOI) lancia l’allarme con una survey su 216 unità operative, rivelando una situazione critica e potenzialmente migliorabile.
Il quadro che emerge è allarmante: il 58,33% dei reparti di Medicina interna opera costantemente oltre la capacità, con pazienti assistiti su lettighe nei corridoi, spesso senza adeguata privacy. A questa situazione critica si aggiunge una carenza di personale cronica, denunciata dall’85,65% dei reparti. La sottoutilizzazione dei posti letto è un miraggio, con appena una minima percentuale di unità operative al di sotto del tasso di occupazione del 70%.
Un Ricovero su Tre Poteva Essere Evitato: Il Ruolo Mancante della Sanità Territoriale
Secondo la FADOI, una parte significativa della pressione ospedaliera potrebbe essere alleggerita con una sanità territoriale più efficiente. “Mediamente un ricovero su quattro potrebbe essere evitato con una rete di assistenza territoriale più adeguata”, sottolinea la survey. Questa rete dovrebbe basarsi su servizi di assistenza domiciliare integrata, reparti di post-acuzie e lungo degenza, e soprattutto su una medicina di famiglia potenziata, anch’essa alle prese con carenze di personale e un carico burocratico eccessivo.
La survey stima che in oltre il 70% dei reparti, si sarebbero potuti evitare tra il 10% e il 30% dei ricoveri con una migliore presa in carico territoriale. Questa percentuale sale a oltre il 40% in alcune realtà, soprattutto nel Sud del Paese.
La Mancata Prevenzione: Un Costo Altissimo per il SSN
Anche la mancata prevenzione gioca un ruolo significativo nel sovraffollamento ospedaliero. Stili di vita scorretti, scarsa adesione agli screening e basse coperture vaccinali contribuiscono a portare in ospedale pazienti che avrebbero potuto evitare il ricovero. La FADOI stima che almeno un quarto degli assistiti finisce in ospedale per cause legate a una prevenzione insufficiente. In una percentuale significativa di reparti, tra l’11% e oltre il 40% dei ricoveri sono attribuiti a questa lacuna.
Dimissioni Più Efficaci con l’Assistenza Domiciliare Integrata
Un dato positivo emerge invece sul fronte delle dimissioni: la percentuale di pazienti che torna a casa con l’assistenza domiciliare integrata attivata è salita al 43,98%. Un altro 26,85% viene trasferito in RSA e il 21,30% in strutture assistenziali intermedie. Solo una minoranza (7,87%) torna a casa senza alcun servizio di presa in carico.
Riforma della Sanità Territoriale: Speranza e Scetticismo
La seconda parte dell’indagine FADOI si concentra sulle aspettative legate alla riforma della sanità territoriale, che prevede la creazione di Case e Ospedali di Comunità finanziati dal PNRR. Nonostante la speranza che queste nuove strutture possano ridurre i ricoveri (opinione condivisa dal 72,22% dei medici per le Case di Comunità e dal 72,69% per gli Ospedali di Comunità), serpeggia anche un certo scetticismo sulla loro effettiva operatività.
Una fetta non trascurabile di medici (oltre il 20% per le Case di Comunità e il 12% per gli Ospedali di Comunità) non prevede benefici significativi. Tuttavia, si stima che con strutture intermedie ben funzionanti, una quota consistente di ricoveri (fino a oltre il 30% per il 24,54% degli interpellati) potrebbe essere gestita più rapidamente e al di fuori dei reparti di Medicina interna.
Il report FADOI delinea una situazione critica ma con margini di miglioramento significativi. Un potenziamento della sanità territoriale e una maggiore attenzione alla prevenzione potrebbero alleggerire la pressione sui reparti di Medicina interna, garantendo cure più appropriate e una migliore qualità dell’assistenza per i pazienti. La riforma in atto rappresenta un’opportunità, ma la sua effettiva implementazione e funzionalità saranno cruciali per tradurre le speranze in realtà.