Un’analisi approfondita sulla qualità dei Servizi Sanitari Regionali in Italia, condotta dal XIII Rapporto Crea Sanità (Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata), conferma il Veneto al vertice e la Calabria come fanalino di coda. Il report, presentato a Roma, ha esaminato le opportunità di tutela della salute offerte ai cittadini dal 2019 al 2024, avvalendosi del contributo di un panel di 107 stakeholder del Servizio Sanitario Nazionale, inclusi professionisti sanitari, produttori, manager e cittadini.
Il Veneto si conferma la Regione con la migliore performance, raggiungendo il 55% del massimo teorico possibile, seguito dalla Provincia Autonoma di Trento con il 50%. La Calabria, invece, si posiziona all’ultimo posto con un modesto 23%. Nonostante il persistente divario tra Nord e Sud Italia, lo studio evidenzia una progressiva riduzione delle disparità, con un miglioramento più marcato nelle regioni del Mezzogiorno. Tra queste, la Campania ha registrato l’incremento più rilevante, seguita da Abruzzo e Molise.
Soddisfazione dei Cittadini e Qualità della Vita
Un aspetto innovativo dello studio è l’introduzione di un’indagine sulla soddisfazione dei cittadini, che ha misurato l’esperienza degli utenti con i Servizi Sanitari Regionali. Il Trentino-Alto Adige si distingue per la maggiore soddisfazione, con un punteggio medio di 8,1 su una scala da 0 a 10, mentre le regioni del Mezzogiorno, come Puglia e Basilicata, registrano i livelli più bassi, pari a 6,5.
La correlazione tra l’indice di performance e la soddisfazione dei cittadini dimostra chiaramente che una migliore performance genera maggiore soddisfazione. Questa correlazione è forte per le aree assistenziali ospedaliere (0,79) e ambulatoriali (0,80), intermedia per l’assistenza primaria e l’accesso al farmaco (0,64), e bassa per le aree del sociale e della non autosufficienza (0,55). Per l’assistenza primaria e l’accesso al farmaco, la soddisfazione è generalmente alta in tutto il Paese, senza particolari criticità.
Lo studio ha anche analizzato la qualità della vita correlata alla salute, misurata in Qaly (Quality-Adjusted Life Year, un’unità di misura che combina durata e qualità della vita). Il Trentino-Alto Adige si conferma al vertice con un valore di 0,938, mentre l’Umbria registra il valore più basso, pari a 0,840 Qaly. Curiosamente, il report evidenzia che la qualità della vita non è sempre strettamente legata alla performance sanitaria: alcune regioni del Sud, pur avendo livelli di performance sanitaria bassi, registrano una qualità della vita più alta rispetto a regioni più performanti. Questo fenomeno è attribuibile a fattori culturali, educativi e ambientali, oltre che alle diverse aspettative dei cittadini.
Sostenibilità e Resilienza dei Servizi Sanitari
Infine, un’analisi sulla sostenibilità dei Servizi Sanitari Regionali ha identificato le 9 regioni più resilienti: Piemonte, Lombardia, P.A. di Trento, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Abruzzo. La forte correlazione tra performance e soddisfazione dei cittadini sottolinea l’importanza di investire in politiche sanitarie mirate per migliorare l’efficienza e l’equità del sistema.
Il rapporto del Crea Sanità offre quindi una panoramica complessa e sfaccettata della sanità regionale italiana, evidenziando progressi, sfide e le aree su cui concentrare gli sforzi per garantire una tutela della salute sempre più efficace ed equa per tutti i cittadini.