L’influenza è stata ufficialmente dichiarata epidemia nazionale in Giappone, in un periodo dell’anno insolito che sta sollevando preoccupazioni a livello internazionale. Con oltre 6.000 infezioni registrate – e il fenomeno che ha portato alla chiusura di 135 scuole – gli esperti avvertono che questo focolaio precoce potrebbe innescare epidemie nei Paesi che si preparano all’inverno, inclusa l’Europa e l’Asia.
Il fenomeno è anomalo per il Giappone, dove la stagione influenzale tende a manifestarsi verso la fine di novembre. Quest’anno, come spiega il virologo molecolare Vinod Balasubramaniam su Nature, l’aumento dei casi ha avuto inizio ben cinque settimane prima del solito.
I Numeri e il Profilo di Rischio in Giappone
La gravità dell’epidemia precoce è evidenziata dai dati sui ricoveri: quasi la metà delle 287 persone ospedalizzate a settembre per sintomi influenzali erano bambini di età pari o inferiore a 14 anni, confermando che i più giovani sono una delle fasce più vulnerabili.
Le autorità sanitarie giapponesi hanno pertanto rafforzato le raccomandazioni alla popolazione:
- Vaccinazione: Si raccomanda con forza la vaccinazione, in particolare per i soggetti a rischio (bambini, anziani, donne incinte e persone con malattie croniche).
- Misure Preventiva: Si promuove nuovamente l’uso della mascherina, il lavaggio delle mani e la limitazione dei contatti sociali per frenare la diffusione.
Fattori Scatenanti e il Ruolo del Ceppo H3N2
Perché l’influenza è esplosa così presto? Balasubramaniam ipotizza diversi fattori:
- Aumento dei Viaggi Internazionali: La ripresa massiccia dei viaggi verso il Giappone dopo le restrizioni Covid-19 ha probabilmente accelerato l’introduzione e la circolazione del virus.
- Scarsa Immunità Collettiva: La scarsa esposizione al virus circolante negli anni di pandemia, in particolare per i bambini piccoli e gli anziani, ha creato un “debito immunitario” che rende la popolazione più suscettibile.
- Cambiamento Climatico: Anche se l’impatto esatto è ancora da quantificare, i cambiamenti climatici sono considerati un ulteriore potenziale fattore di alterazione dei cicli virali.
Ian Barr, vice direttore del Centro di Riferimento per l’Influenza di Melbourne (che collabora con l’OMS), punta il dito su un ceppo specifico: l’influenza A, sottotipo H3N2. Questo ceppo ha avuto un’impennata significativa in Australia e Nuova Zelanda negli ultimi due mesi, in coincidenza con la fine dell’inverno australe.
Il Rischio Contagio Interemisferico
La preoccupazione maggiore per l’Europa e l’Asia è la possibile “esportazione” del virus. Come abbiamo già evidenziato, gli esperti italiani prevedono una stagione influenzale intensa anche qui, basandosi sui dati australiani.
Barr rafforza questa ipotesi con il fattore umano: “Un gran numero di persone provenienti dall’Australia si sta recando in Giappone, il che significa che ci sono maggiori possibilità di trasmissione del virus tra gli emisferi.”
Se il ceppo H3N2 si diffonderà in Europa prima del picco stagionale, potrebbe aggravare la situazione già prevista, rendendo ancora più urgente l’appello alla vaccinazione e all’adozione delle misure preventive non farmacologiche che la Polizia Postale e gli esperti raccomandano per il benessere digitale e, ora, per quello fisico: la consapevolezza e l’azione tempestiva sono la nostra migliore difesa.





