In Italia oltre 7 milioni di persone, pari al 12,4 % della popolazione, convivono con una perdita dell’udito — la percentuale più alta tra i principali Paesi europei. Eppure: solo circa il 40% di chi ha riscontrato un calo uditivo utilizza effettivamente un apparecchio acustico.
Questo diventa un problema importante: non si tratta solo di “sentire meno”, ma di qualità della vita, relazioni sociali, lavoro, isolamento.
Perché così tanti?
Ci sono vari fattori che spiegano questo “primo posto” non invidiabile:
-
Invecchiamento della popolazione: l’ipoacusia (che è il termine tecnico per perdita uditiva) aumenta con l’età.
-
Rumore, esposizione prolungata (lavorativa o ricreativa), stile di vita: ambienti troppo rumorosi, cuffie ad alto volume, mancanza di protezione.
-
Riconoscimento tardivo: molte persone ignorano il segnale, lo minimizzano (“ci sento meno ma va bene così”) e non si rivolgono tempestivamente ad un professionista.
L’uso degli apparecchi acustici: un segnale positivo ma ancora limitato
Le ricerche più recenti offrono qualche speranza. Secondo la rilevazione EuroTrak Italia 2025 (condotta da Anovum per conto di EHIMA e ANIFA) è emerso che:
-
Il 40% degli italiani con perdita uditiva utilizza un apparecchio acustico.
-
L’96% di chi porta un apparecchio è convinto di aver migliorato la propria qualità di vita.
-
Il 67% di questi dichiara di “pentirsi” di non aver agito prima.
-
L’uso quotidiano è elevato: in media oltre 8 ore al giorno. Solo il 6% degli utenti lo indossa poco o nulla.
-
Ma attenzione: circa il 50% degli utenti non sa che è possibile ricevere un rimborso o un contributo tramite il Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Le conseguenze del “non sentire”
Minimizzare questo tipo di problema non è più ammissibile: la perdita uditiva non è solo fastidio. Ha un impatto reale:
-
Relazioni sociali – quasi 8 utenti su 10 dichiarano che, con l’apparecchio, la comunicazione in famiglia e con amici è più armoniosa.
-
Benessere psicologico – il 77% riporta una maggiore serenità mentale.
-
Sicurezza alla guida – l’80% si sente più sicuro quando guida grazie all’udito riabilitato.
-
In assenza di intervento: rischio di isolamento, peggioramento cognitivo, maggiore fatica sul lavoro o in ambienti sociali.
Le nuove tecnologie e la “rivoluzione silenziosa”
Non stiamo più parlando di quelli grossi apparecchi degli anni passati, visibili e ingombranti. Oggi la tecnologia acustica è evoluta, discreta, personalizzata. Secondo ANIFA, “l’innovazione consente di affrontare la perdita uditiva in modo sempre più discreto, naturale ed efficace”.
Vantaggi chiave della nuova generazione:
-
Regolazione precisa in base all’ambiente e allo stile di vita.
-
Funzioni digitali, spesso connessi, ricaricabili, integrati con smartphone o app.
-
Adattamento personalizzato grazie a software avanzati (anche con intelligenza artificiale).
-
Centri specializzati che affiancano medico ORL + audioprotesista per un percorso completo.
Cosa fare ora: prevenzione e intervento
Ecco alcuni consigli pratici che suggerirei ai lettori del tuo giornale (dato il tuo taglio “medico-scientifico + benessere”) – e che possono servire come spunto per ulteriori articoli:
-
Controlli regolari – soprattutto dopo i 50 anni o se si è esposti a rumori elevati. Non aspettare segnali forti: un leggero calo uditivo va valutato subito.
-
Consulto professionale – non fidarsi solo del “sento meno” ma rivolgersi ad un medico ORL e ad un audioprotesista qualificato.
-
Valutare il rimborso – informarsi se il SSN o la propria ASL coprono (totalmente o parzialmente) l’apparecchio acustico.
-
Tecnologia aggiornata – scegliere dispositivi moderni e seguiti da un centro specializzato; non “metto un apparecchio e pace”, ma va monitorato, regolato, integrato nella vita quotidiana.
-
Stile di vita – evitare rumori forti costanti, proteggersi adeguatamente (es. cuffie, tappi), evitare l’isolamento sociale: continuare a partecipare, parlare, non ritirarsi.
Un riferimento concreto a Napoli: il ruolo di Otowell Acustica
Dal punto di vista pratico, per chi vive in zona Napoli – e quindi potenzialmente molti dei tuoi lettori – è utile conoscere un referente serio e locale. Sto parlando di Otowell Acustica, presente nel territorio campano con sedi a Napoli, Salerno e Caserta.
Quali sono i punti di forza di Otowell?
-
Offre test dell’udito gratuito e visita audiometrica, per valutare lo stato uditivo in modo non invasivo.
-
Dispone di apparecchi acustici personalizzati, ricaricabili, con tecnologia avanzata, e assistenza gratuita a domicilio.
-
Ha un centro specializzato anche per gli acufeni (ronzii nell’orecchio), che rappresentano spesso un sintomo associato alla perdita uditiva.
-
Convenzioni, supporto alla domanda di apparecchi acustici gratuiti per chi ha diritto, e un percorso guidato: “Riprenditi la vita con noi è facile”.
L’Italia è al vertice per problemi di udito — non un motivo di vanto, ma un campanello d’allarme. Il fatto che solo 4 persone su 10 con problemi uditivi utilizzino un apparecchio è un gap da colmare. Ma la buona notizia è che tecnologia e centri specializzati stanno rendendo la situazione gestibile e, in molti casi, migliorabile in modo concreto.
Se stai leggendo questo e pensi “forse non sento bene come una volta” o “mio padre/mia madre si lamenta di udire poco e non vuole apparecchio”, considera questo un invito all’azione: un controllo, un confronto, una scelta. Non serve attendere che vada peggio.
E se sei a Napoli o dintorni, sapere che “c’è chi lo fa bene” come Otowell Acustica può fare la differenza.





