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Reading: L’Italia che non sente più: 7 milioni di persone a rischio e solo 4 su 10 usano un apparecchio
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Salute Buongiorno > Blog > News > L’Italia che non sente più: 7 milioni di persone a rischio e solo 4 su 10 usano un apparecchio
News

L’Italia che non sente più: 7 milioni di persone a rischio e solo 4 su 10 usano un apparecchio

Redazione
Last updated: 4 Novembre 2025 6:55
By Redazione
2 settimane ago
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6 Min Read
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In Italia oltre 7 milioni di persone, pari al 12,4 % della popolazione, convivono con una perdita dell’udito — la percentuale più alta tra i principali Paesi europei. Eppure: solo circa il 40% di chi ha riscontrato un calo uditivo utilizza effettivamente un apparecchio acustico.

Contents
Perché così tanti?L’uso degli apparecchi acustici: un segnale positivo ma ancora limitatoLe conseguenze del “non sentire”Le nuove tecnologie e la “rivoluzione silenziosa”Cosa fare ora: prevenzione e interventoUn riferimento concreto a Napoli: il ruolo di Otowell Acustica

Questo diventa un problema importante: non si tratta solo di “sentire meno”, ma di qualità della vita, relazioni sociali, lavoro, isolamento.

Perché così tanti?

Ci sono vari fattori che spiegano questo “primo posto” non invidiabile:

  • Invecchiamento della popolazione: l’ipoacusia (che è il termine tecnico per perdita uditiva) aumenta con l’età.

  • Rumore, esposizione prolungata (lavorativa o ricreativa), stile di vita: ambienti troppo rumorosi, cuffie ad alto volume, mancanza di protezione.

  • Riconoscimento tardivo: molte persone ignorano il segnale, lo minimizzano (“ci sento meno ma va bene così”) e non si rivolgono tempestivamente ad un professionista.

L’uso degli apparecchi acustici: un segnale positivo ma ancora limitato

Le ricerche più recenti offrono qualche speranza. Secondo la rilevazione EuroTrak Italia 2025 (condotta da Anovum per conto di EHIMA e ANIFA) è emerso che:

  • Il 40% degli italiani con perdita uditiva utilizza un apparecchio acustico.

  • L’96% di chi porta un apparecchio è convinto di aver migliorato la propria qualità di vita.

  • Il 67% di questi dichiara di “pentirsi” di non aver agito prima.

  • L’uso quotidiano è elevato: in media oltre 8 ore al giorno. Solo il 6% degli utenti lo indossa poco o nulla.

  • Ma attenzione: circa il 50% degli utenti non sa che è possibile ricevere un rimborso o un contributo tramite il Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Le conseguenze del “non sentire”

Minimizzare questo tipo di problema non è più ammissibile: la perdita uditiva non è solo fastidio. Ha un impatto reale:

  • Relazioni sociali – quasi 8 utenti su 10 dichiarano che, con l’apparecchio, la comunicazione in famiglia e con amici è più armoniosa.

  • Benessere psicologico – il 77% riporta una maggiore serenità mentale.

  • Sicurezza alla guida – l’80% si sente più sicuro quando guida grazie all’udito riabilitato.

  • In assenza di intervento: rischio di isolamento, peggioramento cognitivo, maggiore fatica sul lavoro o in ambienti sociali.

Le nuove tecnologie e la “rivoluzione silenziosa”

Non stiamo più parlando di quelli grossi apparecchi degli anni passati, visibili e ingombranti. Oggi la tecnologia acustica è evoluta, discreta, personalizzata. Secondo ANIFA, “l’innovazione consente di affrontare la perdita uditiva in modo sempre più discreto, naturale ed efficace”. 
Vantaggi chiave della nuova generazione:

  • Regolazione precisa in base all’ambiente e allo stile di vita.

  • Funzioni digitali, spesso connessi, ricaricabili, integrati con smartphone o app.

  • Adattamento personalizzato grazie a software avanzati (anche con intelligenza artificiale).

  • Centri specializzati che affiancano medico ORL + audioprotesista per un percorso completo.

Cosa fare ora: prevenzione e intervento

Ecco alcuni consigli pratici che suggerirei ai lettori del tuo giornale (dato il tuo taglio “medico-scientifico + benessere”) – e che possono servire come spunto per ulteriori articoli:

  1. Controlli regolari – soprattutto dopo i 50 anni o se si è esposti a rumori elevati. Non aspettare segnali forti: un leggero calo uditivo va valutato subito.

  2. Consulto professionale – non fidarsi solo del “sento meno” ma rivolgersi ad un medico ORL e ad un audioprotesista qualificato.

  3. Valutare il rimborso – informarsi se il SSN o la propria ASL coprono (totalmente o parzialmente) l’apparecchio acustico.

  4. Tecnologia aggiornata – scegliere dispositivi moderni e seguiti da un centro specializzato; non “metto un apparecchio e pace”, ma va monitorato, regolato, integrato nella vita quotidiana.

  5. Stile di vita – evitare rumori forti costanti, proteggersi adeguatamente (es. cuffie, tappi), evitare l’isolamento sociale: continuare a partecipare, parlare, non ritirarsi.

Un riferimento concreto a Napoli: il ruolo di Otowell Acustica

Dal punto di vista pratico, per chi vive in zona Napoli – e quindi potenzialmente molti dei tuoi lettori – è utile conoscere un referente serio e locale. Sto parlando di Otowell Acustica, presente nel territorio campano con sedi a Napoli, Salerno e Caserta. 
Quali sono i punti di forza di Otowell?

  • Offre test dell’udito gratuito e visita audiometrica, per valutare lo stato uditivo in modo non invasivo.

  • Dispone di apparecchi acustici personalizzati, ricaricabili, con tecnologia avanzata, e assistenza gratuita a domicilio.

  • Ha un centro specializzato anche per gli acufeni (ronzii nell’orecchio), che rappresentano spesso un sintomo associato alla perdita uditiva.

  • Convenzioni, supporto alla domanda di apparecchi acustici gratuiti per chi ha diritto, e un percorso guidato: “Riprenditi la vita con noi è facile”.

L’Italia è al vertice per problemi di udito — non un motivo di vanto, ma un campanello d’allarme. Il fatto che solo 4 persone su 10 con problemi uditivi utilizzino un apparecchio è un gap da colmare. Ma la buona notizia è che tecnologia e centri specializzati stanno rendendo la situazione gestibile e, in molti casi, migliorabile in modo concreto.

Se stai leggendo questo e pensi “forse non sento bene come una volta” o “mio padre/mia madre si lamenta di udire poco e non vuole apparecchio”, considera questo un invito all’azione: un controllo, un confronto, una scelta. Non serve attendere che vada peggio.

E se sei a Napoli o dintorni, sapere che “c’è chi lo fa bene” come Otowell Acustica può fare la differenza.

 

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  • Otowell.it
  • Il Faro
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