La visita oculistica è un esame medico specialistico finalizzato alla valutazione della salute dell’apparato visivo, e alla diagnosi di eventuali disturbi della vista. È una procedura determinante sia in età pediatrica che adulta, utile per prevenire, individuare e monitorare patologie oculari (anche gravi).
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Caratteristiche della visita oculistica
La visita oculistica è un esame clinico completo che ha lo scopo di valutare la funzionalità visiva e lo stato di salute degli occhi, delle palpebre e dei segmenti anteriori e posteriori del bulbo oculare. È condotta da un medico oculista, figura specializzata in oftalmologia, mediante l’utilizzo di strumenti ottici e digitali ad alta precisione.
Durante la visita vengono generalmente eseguiti diversi test diagnostici:
- misurazione dell’acuità visiva, per valutare la capacità dell’occhio di distinguere dettagli a diverse distanze;
- esame della refrazione, che serve a determinare eventuali difetti visivi come miopia, ipermetropia, astigmatismo o presbiopia;
- tonometro, per la misurazione della pressione intraoculare, utile nella diagnosi precoce del glaucoma;
- oftalmoscopia o fundoscopia, atta a osservare il fondo oculare, la retina e il nervo ottico;
- biomicroscopia con lampada a fessura, impiegata per analizzare le strutture anteriori dell’occhio (cornea, cristallino, congiuntiva).
L’esame ha una durata variabile tra i 20 e i 40 minuti, a seconda delle indagini richieste e dell’età del paziente. Può includere, quando necessario, test aggiuntivi di diagnostica strumentale come la tomografia ottica computerizzata (OCT), la pachimetria corneale o la topografia corneale.
Prima visita: quando farla
La prima visita oculistica dovrebbe essere effettuata nei primi anni di vita, preferibilmente tra i 3 e i 5 anni, in modo da individuare eventuali anomalie dello sviluppo visivo come lo strabismo o l’ambliopia (occhio pigro). Successivamente, è consigliabile ripetere il controllo oculistico con una frequenza regolare, che varia in base all’età e al rischio individuale:
- ogni 2 anni in assenza di sintomi o patologie;
- annualmente per i soggetti con difetti visivi già diagnosticati;
- con maggiore frequenza per chi presenta familiarità per glaucoma, degenerazione maculare o altre patologie oculari.
Dopo i 40 anni, il controllo periodico si consiglia per individuare precocemente disturbi legati all’invecchiamento visivo, come la presbiopia o il glaucoma cronico semplice, spesso asintomatico nelle fasi iniziali.
Visite di controllo per miopie o altre particolarità
Oltre a partecipare alle campagne di sensibilizzazione presenti in varie città italiane, si consiglia di svolgere delle visite di controllo periodiche.
In particolare, per i soggetti miopi, è raccomandato un monitoraggio costante, poiché la miopia tende a progredire nel tempo, soprattutto durante la crescita.
L’oculista, in questi casi, valuta il grado di miopia e le condizioni della retina periferica, più suscettibile a degenerazioni e distacchi retinici. Gli esami strumentali, come l’OCT e la retinografia, consentono un controllo accurato dell’evoluzione del difetto.
Per i pazienti astigmatici o ipermetropi, le visite di follow-up servono a monitorare la stabilità del difetto visivo e a regolare la correzione ottica più adeguata (occhiali o lenti a contatto). Nei casi di presbiopia, il controllo periodico aggiorna la prescrizione in base al progressivo calo dell’accomodazione visiva.
Fonti e note bibliografiche:
- https://www.gvmnet.it/esami/visita-oculistica
- https://www.clinicacastelli.it/visite-ed-esami/visita-oculistica/
- https://www.vistavisiongroup.com/visita-oculistica-completa-quando-farla-esami/





