Una svolta significativa nel campo dell’artroplastica dell’anca è alle porte: l’introduzione del rivestimento in ceramica (CoCHR), che promette di rivoluzionare le protesi, eliminando la necessità del metallo. L’azienda MatOrtho ha annunciato di aver ricevuto il marchio CE, confermando la conformità del suo prodotto ReCerf* – il primo impianto di rivestimento dell’anca in ceramica disponibile in commercio al mondo – agli standard europei di sicurezza e prestazioni.
Il ReCerf* è stato approvato per la prima volta dalla Therapeutic Goods Administration australiana nel novembre 2024 e, dal suo primo utilizzo nel 2018, è già stato impiantato in oltre 1.600 pazienti. “I risultati riferiti dai pazienti sono estremamente positivi e il tasso di revisione rimane molto basso fino a sei anni”, sottolinea l’azienda.
I Vantaggi della Ceramica: Biocompatibilità e Risparmio Osseo
L’arrivo di questo nuovo rivestimento è destinato a trasformare il settore della chirurgia dell’anca, influenzando anche le aspettative dei pazienti. In Italia, ogni anno vengono effettuati circa 100.000 interventi di protesi d’anca, un numero in costante crescita. Entro la fine dell’anno, una volta completate tutte le procedure, il nuovo rivestimento dovrebbe essere a disposizione degli specialisti italiani.
“La novità rivoluzionaria è il materiale: la ceramica è biocompatibile e questo permette di risparmiare osso durante l’intervento”, spiega all’Adnkronos Salute Alessandro Calistri, specialista in Chirurgia Ortopedica e Traumatologica dell’anca e docente all’Università di Roma Sapienza. “La genesi è un brevetto che rende la ceramica ‘porosa’ e la superficie integrabile perfettamente con l’osso. Mentre prima serviva una sfoglia di titanio, altrimenti l’osso non si integrava. Ecco che ‘salta’ la necessità di usare il metallo”.
I dati dello studio che accompagna il via libera, pubblicato su ‘Bone & Joint’, “dimostrano un eccellente miglioramento dei risultati riferiti dai pazienti e una sopravvivenza fino a cinque anni, indipendentemente dal sesso o dalle dimensioni dell’impianto, confrontandosi favorevolmente con la MoMhr”, ovvero le protesi con rivestimento metallo su metallo.
Un Impatto Lento ma Inesorabile e la Necessità di Formazione
Come inciderà questa grande novità nel settore, considerato il crescente numero di protesi all’anca e una popolazione sempre più anziana? “Ora la cosa più importante è l’introduzione sicura di questo rivestimento in ceramica, non mi aspetto un impatto clamoroso ma lento seppur inesorabile”, risponde Calistri. Il motivo è che questo tipo di rivestimento sarà inizialmente utilizzato solo in centri altamente specializzati, che in Italia (e in Europa) sono ancora pochi. Ciò richiede conoscenze approfondite e una capacità più complessa da parte dei chirurghi, rendendo necessario un rapido aggiornamento professionale.
A settembre, Roma ospiterà l’ISTA 2025 (International Society for Technology in Arthroplasty), un evento che riunirà nella Capitale ingegneri e chirurghi ortopedici. I presidenti dell’evento saranno il professor Stefano Gumina e Alessandro Calistri. “Sarà l’occasione per fare il punto anche su questa grande novità nel nostro campo”, aggiunge Calistri.
“Questa protesi erroneamente è associata allo sportivo ma non è così”, conclude Calistri. “Pensiamo ad un campione di tennis come Andy Murray che si è operato all’anca e aveva la necessità di un’ottima funzionalità e infatti è tornato anche a vincere un torneo dopo l’operazione, e ha una protesi metallo-metallo. Ma la ceramica è l’unico materiale biocompatibile che abbiamo, nell’ortodonzia è già usata con successo e ha soppiantato i metalli, questo ci permetterà di dare una risposta anche alle donne preservando più osso”. La ceramica, quindi, rappresenta un progresso significativo per un’ampia platea di pazienti, offrendo una soluzione più biocompatibile e conservativa.