Mentre la medicina è costantemente alla ricerca di terapie farmacologiche in grado di contrastare le malattie neurodegenerative, una risposta potente e accessibile potrebbe nascondersi nel più semplice dei rimedi: l’esercizio fisico. Circa un quarto dei pazienti affetti dalla Malattia di Parkinson (MP) manifesta un deterioramento cognitivo lieve (PD-MCI) fin dalle prime fasi, un disturbo che in molti casi evolve, negli anni successivi, fino alla demenza.
Attualmente, l’assenza di terapie di provata efficacia per prevenire tale progressione rende lo studio di interventi basati sullo stile di vita non solo promettente, ma cruciale.
La Fondazione Policlinico Universitario Gemelli IRCCS di Roma ha annunciato l’avvio del progetto internazionale ‘Move-Brain-Pd’ (Movement improves brain health and cognition in Parkinson’s disease), un’iniziativa volta a dimostrare scientificamente come l’attività fisica aerobica possa migliorare le funzioni cognitive e rallentarne il declino nei pazienti con Parkinson.
Un Progetto Internazionale per un Nuovo Paradigma di Cura
Il progetto Move-Brain-Pd, finanziato nell’ambito del bando Era4Health NutriBrain, è coordinato da Paolo Calabresi, direttore dell’UOC di Neurologia della Fondazione Gemelli e Ordinario di Neurologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore.
L’iniziativa mette in campo un network multidisciplinare di eccellenza, unendo neurologia clinica e ricerca molecolare:
- Coordinamento Clinico e Sperimentazione (Italia): Paolo Calabresi e Anna Rita Bentivoglio (Fondazione Gemelli IRCCS – Università Cattolica).
- Reclutamento Clinico (Romania): Cristian Falup-Pecurariu (Transilvania University Brasov).
- Analisi Molecolari (Germania): Tiago Outeiro (University Medical Center Goettingen), che studierà in particolare le modifiche dell’alfa-sinucleina, la proteina il cui accumulo tossico è ritenuto centrale nella patogenesi della malattia di Parkinson.
Il kick-off meeting del progetto si è tenuto a Roma lo scorso 19 settembre, segnando l’avvio operativo delle attività di ricerca e la piena sinergia tra i centri coinvolti.
L’Esercizio Aerobico Monitorato come Trattamento
L’obiettivo primario di Move-Brain-Pd è valutare l’efficacia di un programma di allenamento aerobico domiciliare monitorato da remoto. I pazienti con Parkinson e lieve compromissione cognitiva (PD-MCI) si impegneranno ad allenarsi almeno due volte alla settimana per un anno.
La ricerca andrà oltre la mera osservazione dei sintomi motori e cognitivi, concentrandosi sui meccanismi biologici sottostanti. I ricercatori studieranno:
- Biomarcatori: Analisi dei marcatori di infiammazione e neurodegenerazione tramite prelievi di sangue, per comprendere come l’esercizio influenzi l’andamento del processo degenerativo.
- Alfa-Sinucleina: Studio delle modifiche di questa proteina, chiave per capire i meccanismi cellulari alla base dei benefici dell’attività fisica.
- Aderenza: Verranno indagati i fattori che facilitano o ostacolano l’aderenza all’esercizio fisico, al fine di sviluppare programmi educazionali personalizzati e sostenibili.
“Dimostrare che le persone con malattia di Parkinson possono e devono essere parte attiva della cura, modificando lo stile di vita per rallentare e mitigare i sintomi della malattia, è fondamentale,” ha spiegato il Professor Calabresi.
I risultati di Move-Brain-Pd serviranno a stilare delle raccomandazioni nazionali e a promuovere strategie di sensibilizzazione, con l’obiettivo ultimo di replicare l’impatto che l’attenzione allo stile di vita ha avuto sulle malattie cardiovascolari negli ultimi decenni.
Questo progetto rappresenta un passo importante verso la definizione di protocolli di attività fisica mirati, scientificamente validati e facilmente integrabili nella vita reale dei pazienti, offrendo una speranza concreta per modificare la traiettoria di questa complessa malattia neurodegenerativa.





