Se siamo è il doppio di sei
Se siamo è il doppio di sei non è una provocazione ma un preciso assunto della socialità dell’uomo come tratto distintivo e caratteristico.
Come animale sociale, c’è un bisogno fondamentale per gli esseri umani di partecipare all’interazione sociale e costruire la loro rete di relazioni.
Per la maggior parte degli adulti, le relazioni sentimentali sono una parte essenziale del social network quotidiano.
Se siamo è il doppio di sei, ecco allora che si incastona nella concezione che si ha del bisogno di una relazione.
Una relazione romantica soddisfacente può aumentare la fiducia e la felicità tra i partner.
C’è anche un aumento significativo del disagio individuale quando una relazione si interrompe.
Alcuni studi riportati dalla rivista Frontiers on Psychology, “hanno rilevato che quando la soddisfazione relazionale è bassa, gli individui mostrano un impegno relazionale inferiore, si preoccupano maggiormente del costo dell’investimento nella relazione e cercare relazioni più alternative.
Pertanto, è ovvio che la soddisfazione relazionale sia associata a molti comportamenti negativi”.
La maggior parte dell’attenzione sui comportamenti negativi è focalizzata su quelli con elevata intensità e grande danno, come la violenza domestica, mentre ci sono pochi studi sui comportamenti comuni ma facilmente comportamenti negativi ignorati, come il phubbing.
Se siamo è il doppio di sei, allora, potrebbe portare a una tendenza, quella della socializzazione e alle modalità che scegliamo per socializzare.
In questo meccanismo sociale gli psicologi riscontrano oggi una forte difficoltà: considerare la differenza come un valore e, di conseguenza, l’incapacità di accogliere l’Altro.
Se siamo è il doppio di sei, si traduce allora, nel riuscire a stare insieme separati, accogliendo il dialogo come arricchimento e la diversità come necessità.
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