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Psicologia e nutrizione. Il peso della comunicazione

Psicologia e nutrizione rappresentano un legame in continua evoluzione nella nostra società.

La varietà delle scelte alimentari, dal veganismo al vegetarianesimo, mostra come psicologia e nutrizione si traducano in un atteggiamento verso la società, laddove le sue discrepanze e contraddizioni, vengono contrastate anche sul piano delle scelte alimentari e delle scelte di acquisto.

Ultimo baluardo della nutrizione è quello di farsi scelta consapevole e politica, è il caso della nutrizione in chiave animalista oppure delle diete salutiste.

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Psicologia e nutrizione sono argomento di discussione, però, anche sul piano della psicologia dei consumi, laddove, la moltitudine di messaggi attuali della società può confondere più che rassicurare.

In un’intervista Guendalina Graffigna del Dipartimento di Psicologia, Università Cattolica di Milano, dice “Non dimentichiamo che la nutrizione, simbolicamente, fa vibrare le corde primordiali della vita, ma anche della morte.

Capire le dinamiche che stanno alla base delle scelte alimentari dell’individuo (o di gruppi di individui) non è quindi opzionale”.

Emerge, in maniera decisiva, il ruolo dell’informazione, così come ribadisce su Nutrition Foundation of Italy la psicologa Graffigna, che indica la buona informazione come l’unica capace di non trasmettere concetti distorti ma anzi di promuovere stili alimentari corretti e sani.

L’alimentazione investe tutte le sfere della persona: si riflette sulla salute, è legata alla socialità, stimola reazioni emozionali.

Una scelta alimentare non è solo razionale ma legata a tutta la sfera emozionale e conosce meccanismi inconsci e impulsivi.

Rimane, nel rapporto psicologia e nutrizione, il ruolo della società, così come dichiara la psicologa nell’intervista: “In questa società, sempre più partecipativa e che continua a sollecitare la partecipazione, il consumatore in generale vuole sentirsi più protagonista delle proprie scelte e cerca informazioni affidabili. Spesso, però, si imbatte in ben altro”.
IL bisogno di partecipazione e rivendicazione a sè delle scelte si traduce per il consumatore di attuare scelte partecipate e consapevoli.

La comunicazione esclusivamente informativa, basata sull’oggettività del dato scientifico, è fortemente rassicurante ma corre il rischio della sterilità.

Stimolare un coinvolgimento paritario significa pratica di concetti proposti, perché un gruppo di condivisione sia terreno di confronto costruttivo nonché cuscino d’atterraggio per chi vive con fragilità la nutrizione eliminandola o assumendola come rifugio.

Nutrirsi è una piacevole necessità che non dovrebbe valicare troppi confini rispetto a questo concetto, perché non si inciampi in profonde scosse emozionali, estremamente pericolose per la salute e per la vita della persona.

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