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Cos’è l’immunità di gregge e quali i rischi per la popolazione

Le disposizioni di distanziamento sociale adottate dal governo italiano si scontrano, nel corso di questa quarantena generale, con le dichiarazioni di sir Patrick Vallance consigliere scientifico dell’esecutivo britannico.

È in corso un’aspra polemica con Vallance dentro e fuori il Regno Unito in merito a ciò che ha dichiarato sul contenimento del Covid-19, ovvero sulla diffusione del virus senza la sua eliminazione confidando, invece, nell’immunità naturale che le persone svilupperanno nel tempo, definendo, così, l’“immunità di gregge”.

Per immunità di gregge si intende il meccanismo per cui la maggioranza della popolazione, una volta vaccinata, è immune rispetto a un’infezione e quindi, l’agente patogeno, non trovando nidi dove riprodursi e quindi soggetti da infettare, non rappresenta più un pericolo per la salute della popolazione.

La cosiddetta “immunità di gregge” rappresenta un obiettivo da raggiungere attraverso l’impiego del vaccino ma non può assolutamente essere indotta volontariamente lasciando che il virus circoli infettando un enorme numero di persone.

La “protezione” data dal gregge si ottiene, quindi, tramite le campagne di vaccinazione poiché è l’unico modo in cui l’organismo risponde con difese immunitarie specifiche cioè producendo gli anticorpi adatti alla malattia.

Il governo britannico, in pratica, prima di adottare manovre di distanziamento sociale, intende, in una prima fase, contenere l’epidemia attraverso l’immunità che sviluppano le persone contagiate e proteggere soltanto le fasce più deboli esposte al contagio.

Eppure rimane ancora senza risposta una domanda fondamentale, semplice.

Una volta contratto il virus il soggetto è scientificamente immune a un altro possibile contagio del Nuovo Coronavirus?

La risposta dei virologi ci informa che non si conosce la durata dell’immunità e anche se si sviluppasse l’immunità si dovrebbe valutare se il patogeno muti, come fa l’influenza stagionale.

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