Società e Cultura

Allarme vendemmia 2023: che succede in Sicilia

Alcune criticità climatiche spingono i viticoltori a lanciare un allarme vendemmia 2023.

Il caldo torrido che ha contraddistinto l’estate, così come gli incendi sono concause di alcune complicazioni che potrebbero portare i vigneti a contrarre la malattia peronospora.

A rischio allarme vendemmia 2023 la Sicilia, che nelle prime previsioni, prospetta un calo produttivo fino al -35% in alcune zone.

Da Palermo all’Etna, si esprimono alcuni dei protagonisti di Assovini Sicilia in vista della ormai prossima raccolta dell’uva.

Perché allarme vendemmia 2023?

“La vendemmia 2023 sarà una delle più difficili degli ultimi tempi”, commenta Arianna Occhipinti. “Quest’anno, caldo torrido di questi giorni a parte, abbiamo avuto piogge torrenziali e forti raffiche ventose nei mesi di maggio e giugno, importanti per la fioritura delle nostre uve, condizioni climatiche che hanno messo in ginocchio il duro lavoro che ogni giorno con la mia squadra portiamo avanti”. 

“L’arrivo consistente della peronospora ha causato danni considerevoli per il 30-35% circa della nostra futura produzione; i trattamenti di zolfo e rame (unici trattamenti che facciamo in vigna) in concentrazione maggiore, non sono bastati a contenere il problema.

Avremo sicuramente una raccolta inferiore rispetto la vendemmia 2022. Questo non vuol dire però che la qualità delle uve sarà messa in discussione, anzi, possibilmente avremo meno quantità ma una maggiore qualità”, conclude la vignaiola.

La vendemmia quest’anno inizierà con un ritardo di 10 giorni rispetto all’annata 2022.

“A rendere unica la vendemmia siciliana”, commenta Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia su Wine Couture “è la varietà degli areali siciliani.

Ogni territorio presenta delle condizioni climatiche e dei suoli unici che si traducono nella straordinaria diversità e varietà della produzione vitivinicola siciliana.

allarme vendemmia 2023

A circa una settimana dall’inizio della vendemmia è ancora difficile e prematuro fare stime accurate sulla produzione. Sicuramente la Sicilia dimostra di saper governare, grazie ad una agricoltura e tecniche agronomiche sempre più sostenibili, l’effetto dei cambiamenti climatici puntando sulla qualità e non sulla quantità”.

“Attualmente le vigne presentano una chioma adeguata, sono sane e si registra una diminuzione delle temperature medie cha lascia presagire una buona maturazione delle uve a partire dall’invaiatura di Pinot nero e Chardonnay che sta avvenendo in questi giorni”, continuano Lorenza Scianna e Laura Orsi. “Riguardo alle quantità, anche la tenuta di Sallier, a Camporeale, dovrebbe rispettare le medie storiche aziendali ma è ancora presto per cantare vittoria. La buona copertura vegetativa protegge l’uva da eventuali bruciature e aiuta a conservare aromi e freschezza”.

un allarme vendemmia 2023

Sul versante Nord dell’Etna, Patricia Toth, enologa di Planeta, conferma che “la peronospora è sotto controllo grazie all’arrivo del caldo e delle alte temperature. Nelle zone alte, intorno a 900 metri, abbiamo delle uve stupende grazie alla diversa ventilazione di queste zone e anche alla struttura dei suoli”.

allarme vendemmia 2023

Lamberto Frescobaldi, presidente Unione Italiana Vini, ampliando l’orizzonte del ragionamento oltre la Vendemmia 2023 in relazione alla problematica della sovrapproduzione nel vino italiano:

“La Peronospora non può essere il rimedio al problema delle giacenze, per il semplice fatto che una malattia non può risolvere una debolezza del sistema. Se quest’anno – e sottolineo se – dovessimo avere una produzione inferiore ai soliti 50 milioni di ettolitri sarà per effetto di un parassita che colpisce in modo lineare, sia le vigne buone che quelle meno buone”.

“Il problema della sovrapproduzione è invece un aspetto che le politiche di settore dovrebbero affrontare con maggiore determinazione: a nostro avviso le vendemmie da 50 milioni di ettolitri sono oggi qualcosa di anacronistico per un Paese leader che dovrebbe concentrare la propria azione su obiettivi di crescita non volumica ma di posizionamento verso l’alto”.

Guarda la video intervista: Alert sanitari sul vino: il dibattito

 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *