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Scarti d’uva per una nuova cosmesi

Gli scarti d’uva come i gambi, i semi e le bucce rappresentano un potenziale benefico per l’organismo e su cui investono ricerca e aziende.

È il progetto ENI CBC Med, BestMedGrape lanciato l’anno scorso con un budget totale di 3,3 milioni di euro, di cui l’80% fornito dall’Unione Europea.

Il 20%  pari a 700.000 euro è cofinanziato dai “partner”.

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Sono 8 “partner” pubblici e privati ​​in 5 paesi del “Bacino del Mediterraneo” – Italia, Francia, Tunisia, Libano, Giordania e altri “partner associati“: 9 in tutto, di cui 2 in Iran e territori palestinesi.

Tutto parte in Sardegna dove nella cantina Argiolas si producono ogni anno 5000 quintali di uva.

Una produzione che rende Mariano e Barbara Murru orgogliosi: “qui si utilizzano solo uve autoctone che contribuiscono all’economia circolare” dicono.

Gli scarti d’uva dopo la vendemmia vengono utilizzati per produrre cosmetici e prodotti salutari, grazie un progetto europeo che riunisce viticoltori, ricercatori e imprenditori di diversi paesi del Mediterraneo.

Il Mediterraneo è la culla della civiltà della viticoltura nel mondo.

Uno dei motivi per cui abbiamo preso parte al progetto è proprio la possibilità di confrontarci con altre aziende del Mediterraneo“, afferma Mariano Murru, responsabile di produzione di Argiolas.

“Perché questo ci darà l’opportunità di svilupparci, attraverso lo scambio di informazioni, esperienze e tradizioni”.

L’Università di Cagliari coordina il progetto e il laboratorio che è al centro della ricerca scientifica.

Scarti d’uva come base di prodotti nutraceutici e cosmetici, e quindi prodotti da assumere per via orale o da applicare sulla pelle che fanno bene alla nostra salute e proteggono l’organismo dallo stress ossidativo che causa l’invecchiamento, come conferma Maria Manconi, coordinatore scientifico Bestmedgrape.

Questa conoscenza è condivisa anche con aziende partner, come Icnoderm.

Sviluppano prototipi di prodotti derivati ​​dagli scarti d’uva.

Marco Zaru, co-fondatore del marchio, si dice pronto a condividere il loro “know-how”.

“La nostra funzione in questo progetto è lavorare sulle potenzialità di sviluppo commerciale, sulla base dei risultati delle nostre ricerche.

Occorre andare verso la fabbricazione industriale dei prodotti”.

La vite è una pianta tradizionalmente coltivata in tutta l’area del Mediterraneo, con un elevato potenziale commerciale non ancora completamente sfruttato.

Le persone che lavorano nel settore della viticoltura sono generalmente concentrate sul miglioramento della qualità dell’uva e del vino, ma di solito non pensano a come sfruttare al meglio gli scarti d’uva.

Sulla base dell’esperienza di ricerca e sviluppo dei partner nei settori della valorizzazione dell’uva, dello sfruttamento dei rifiuti e dello sviluppo di formulazioni nanotecnologiche antiossidanti, antinfiammatorie,  anti-neurodegenerative, il progetto Bestmedgrape mira a supportare la creazione di nuove startup trasferendo conoscenze scientifiche e  tecnologiche su cultivar locali di uva e lo sfruttamento dei sottoprodotti del vino come fonte di composti bioattivi che possono essere trasformati in prodotti sanitari commerciali innovativi.

 

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