Società e Cultura

Sanità pubblica: abolito il super ticket

Sanità pubblica meno cara.

Con un risparmio pro capite di anche più di dieci euro, dipende dal tipo di esame diagnostico che dobbiamo affrontare, dal 1 settembre,  così come prevede la Legge di Bilancio 2020 (n. 160/2019),  si assiste all’abolizione del super ticket.

Il super ticket era un’imposta sulle prestazioni specialistiche introdotta nel 2011 dalla Legge Finanziaria, che variava da Regione a Regione.

Seppur la quota plus del super ticket variava per fasce di reddito e grado di disabilità, è indubbio che creasse un certo disordine all’interno del sistema sanitario, fino alla sua odierna abolizione.

In pratica per una visita cardiologica che, in una Regione che predisponeva la quota di 10 euro fissa per ricetta, si pagava 30,66 euro adesso se ne pagheranno 20,66.

Per accertamenti più costosi, quali Tac e Pet si arriverà a risparmiare fino ai 30 euro.

Nulla di fatto se risiedete in Regioni che non avevano introdotto la quota aggiuntiva.

Sanità pubblica, quindi, che ridistribuisce un criterio di equità tra gli assistiti che in precedenza erano costretti a pagare importi differenti per lo stesso esame.

L’Osservatorio Gimbe nel rapporto “Ticket 2019” evince come il super ticket non fosse una manovra conveniente alle casse dello Stato a causa della “fuga” dalla Sanità verso strutture private, arrivando a riscuotere la metà della soglia stimata di ingresso economico. (828 milioni stimati contro i 413,7 milioni effettivi).

In realtà accadeva che in Regioni dove si applicava la quota fissa di 10 euro si poteva spendere una cifra maggiore nella Sanità Pubblica piuttosto che affidandosi a strutture private.

Ad oggi alle Regioni sono stati stanziati per il 2020 185 milioni e per il 2021 altri 554 milioni.

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