Lo iodio, sotto forma di ioduro, si trova nelle acque marine ed è abbondante come iodato nei depositi salini.
Questo elemento svolge un’importante azione preventiva nei confronti di una serie di malattie, tra cui principalmente quelle tiroidee.
“L’organismo umano infatti concentra lo iodio nella tiroide, dove entra nella formulazione di due ormoni, triiodiotironina (T3) e tiroxina (T4), che svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo del sistema nervoso centrale e dell’accrescimento e, nella vita adulta, nel mantenimento dell’equilibrio metabolico” scrive l’Iss (Istituto Superiore di Sanità)
Secondo stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), gli effetti della carenza di iodio possono interessare tutte le fasi della vita, anche se gravidanza e prima infanzia rappresentano le fasi in cui gli effetti possono essere più gravi.
“Questo perché gli ormoni tiroidei svolgono un ruolo importantissimo nello sviluppo del sistema nervoso centrale che inizia durante la vita fetale e continua nei primi anni dopo la nascita” continua l’Iss.
Questo elemento è contenuto soprattutto nel pesce di mare, nei crostacei, nei molluschi e nei prodotti caseari.
Doxa si è occupata di effettuare un sondaggio per ANCIT (Associazione Nazionale Conservieri Ittici e delle Tonnare), dal quale emerge su quanto poco si sappia su questo minerale e sulle sue funzioni.
Solo 4 italiani su 10 (41%) sanno che è un micronutriente presente nella tiroide.
Ancora in media, il 43% del campione non sa ancora che questo elemento regola le funzioni del metabolismo ed ha altri importanti benefici.
Solo 3 intervistati su 10 conosce la sua presenza nel tonno in scatola.
Otto italiani su 10 sanno della ricchezza dell’elemento nel sale marino integrale e nel pesce in generale ma solo 3 italiani su 10 sanno che lo iodio è presente nel tonno in scatola, uno degli alimenti più amati dagli italiani (presente nel 94% delle dispense italiane – dati Doxa/ANCIT), così come nelle altre conserve ittiche.
“L’apporto di iodio del pesce fresco e in scatola, proprio come il tonno o le altre conserve ittiche – commenta Luca Piretta, gastroenterologo e nutrizionista all’Università Campus Biomedico di Roma per Doxa – è ottimale per la dieta in generale, anche nella terza e quarta età.
Lo iodio consente il regolare sviluppo ed accrescimento nell’età evolutiva, ottimizza il metabolismo e facilita un eccellente equilibrio psicofisico”.
Il tonno in scatola come quello fresco, poi, contiene questo elemento: 100 g di tonno in scatola forniscono in media 14 µg di iodio, apportando il 10% del fabbisogno quotidiano (Fonte: tabelle nutrizionali dell’IEO – Istituto Europeo di Oncologia). L’apporto ottimale dell’elemento per la dieta in generale, anche nella terza e quarta età.
Infine, un falso mito da sfatare: il sale marino non contiene di per sé iodio, quello nero, quello rosa dell’Himalaya e quello delle Hawaii neanche. Serve assumere sale iodato, cioè sale cui viene aggiunto lo iodio, che è un minerale naturale.
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