Società e Cultura

Nanotecnologia: il futuro dell’agricoltura?

La nanotecnologia è considerata da circa vent’anni, la nuova frontiera dei sistemi produttivi.

Per nanotecnologia definiamo studio e controllo della materia a dimensioni comprese tra 1 e 100 nanometri, coinvolgendo ingegneria, scienza e tecnologia su scala nanometrica.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura stima che la popolazione mondiale si avvicinerà a 10 miliardi di persone entro il 2050.

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Questa previsione si traduce nella necessità di aumenti della produzione, il superamento della scarsità di risorse idriche e delle terre.

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Una sfida per la produzione agricola e la necessità implicita di cambiare un concetto di efficienza agricola basato sull’uso massiccio di prodotti chimici, e di conseguenza, l’adozione di modelli sostenibili di agricoltura.

Quale allora il ruolo della nanotecnologia?

Una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Food, chiarisce l’intento ambientalista dell’impiego della nanotecnologia perché si riduca l’impatto negativo dei prodotti chimici sull’agricoltura, cambiando i sistemi di fertilizzazione e perché si agisca in un’ottica di protezione delle colture.

Scrivono gli autori: “L’agricoltura deve superare diverse sfide per aumentare, o addirittura mantenere, la produzione, riducendo al contempo l’impatto ambientale negativo.

La nanotecnologia, fondamentalmente attraverso lo sviluppo di sistemi di consegna intelligenti e nanocarrier, può contribuire a progettare prodotti chimici per l’agricoltura più efficienti e meno contaminanti”.

Comprendere, quindi, come i nanodispositivi migliorino la protezione delle colture contro parassiti e malattie, progettare nanoformulazioni per migliorare la nutrizione delle piante e nanomateriali che rafforzano le prestazioni generali delle colture.

“I nanodispositivi possono avvantaggiare l’agricoltura attraverso lo sviluppo di prodotti chimici per l’agricoltura più efficienti e meno contaminanti, utilizzando nanocarrier e sistemi di consegna intelligenti per il rilascio controllato”.

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Queste nanoformulazioni offrono numerosi vantaggi, come la protezione delle sostanze attive, una maggiore solubilizzazione e facilitando la penetrazione e l’interiorizzazione nei tessuti delle piante e degli organismi bersaglio.

Tutto ciò dovrebbe portare a una maggiore efficacia degli agrofarmaci, riducendo gli sprechi, il dosaggio e, di conseguenza, riducendo al minimo gli effetti negativi sull’ambiente e sugli organismi.

La nanotecnologia non è un miracolo né un danno però, così come parafrasiamo i ricercatori, c’è bisogno di ricerca e studio per finalizzare l’uso della nanotecnologia su specifici problemi e verificare quanto “nano” sia utile.

 

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