Medicina

PCOS e ovaio multifollicolare, ecco le differenze

PCOS e PCO, perché è importante sapere le differenze

Talvolta si fa confusione, ma Ovaio policistico (PCO) e sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) sono due condizioni completamente diverse.

Eppure, conoscere le differenze e le caratteristiche è molto importante per saperle distinguere e affrontare nel modo corretto.

PCOS e PCO, cosa sono?

La PCO, conosciuta anche come ovaio multifollicolare o ovaio multicistico, è caratterizzata dalla presenza di piccoli follicoli distribuiti in modo sparso nelle ovaie.

Si tratta di una condizione piuttosto comune nelle donne, in particolar modo quelle giovani, che genralemente non crea particolari problemi.

La PCOS, invece, è un disturbo del sistema endocrino e metabolico che si manifesta spesso con obesità, aumento della circonferenza addominale anche nelle donne normopeso, difficoltà a dimagrire, ciclo mestruale irregolare, irsutismo e pelle grassa e acneica. È una sindrome quindi che ha un forte impatto non solo sul fisico, ma anche sull’identità delle donne poiché ne può compromettere la fertilità.

Inoltre, se non adeguatamente trattata, la sindrome può portare a un rischio maggiore di complicanze metaboliche e cardiovascolari associate.

Quali sono i fenotipi della PCOS

Data la sua complessità, la sindrome dell’ovaio policistico è considerata fra le condizioni endocrine più complesse da diagnosticare e gestire.

È così che nel 2003 sono stati definiti i Criteri i Rotterdam, stabilendo le condizioni in presenza delle quali poter effettuare una diagnosi di PCOS. Secondo questo documento la sindrome può essere diagnosticata quando si verificano due tra i seguenti sintomi: 1) oligo o anovulazione, 2) segni clinici o biochimici di iperandrogenismo, o 3) ovaio policistico.

E proprio in base ai segni e sintomi presentati dalla donna, sono stati identificati 4 fenotipi di PCOS:

  • Fenotipo A: con segni e sintomi di iperandrogenismo, disfunzione ovulatoria e ovaio policistico.
  • Fenotipo B: con iperandrogenismo e disfunzione ovulatoria.
  • Fenotipo C: con iperandrogenismo e ovaio policistico
  • Fenotipo D: con disfunzione ovulatoria e ovaio policistico.

Nonostante l’insulino-resistenza non fu inclusa tra i criteri di Rotterdam, numerosi studi hanno dimostrano come si tratti di uno dei segni ricorrenti delle donne PCOS che merita una particolare attenzione per il potenziale rischio cardiovascolare.

Esiste una cura per la PCOS?

Mentre la PCO non è necessario generalmente un intervento terapeutico terapeutico, per la PCOS il discorso è molto più complesso.

Ad oggi non esiste una cura, ma ci sono diversi trattamenti utili a gestire segni e sintomi della sindrome che permettono alla donna di migliorare il profilo ormonale e metabolico, oltre che la qualità di vita.

Tra i primi approcci terapeutici, su cui la società scientifica è pienamente concorde, troviamo le modifiche allo stile di vita che comprendono attività fisica, alimentazione sana e specifica e, se ne necessario, la perdita di peso.

Tra i trattamenti farmacologici è molto comune l’impiego della pillola. Questo trattamento però, oltre a costituire una terapia che non agisce sulle cause della patologia ma solo sulla sintomatologia, non risponde alle esigenze di tutte quelle donne che desiderano una gravidanza.

Sul fronte dell’integrazione, diversi studi scientifici hanno dimostrato come l’inositolo, molecola naturalmente presente nel nostro organismo, può risultare utile per ripristinare l’equilibrio ormonale e la funzionalità ovarica, oltre che per migliorare i parametri metabolici delle donne PCOS.

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