Medicina

Cos’è il tunnel carpale e come curarlo

Colpisce fino a 1 italiano su 10 il tunnel carpale, neuropatia da intrappolamento, conosciuta come condizione patologica da poco più di 6 anni che influisce sulla qualità della vita di chi ne soffre.

La recente ricerca italiana condotta da Luca Padua pubblicata su Lancet, chiarisce in primo luogo come esistano diverse tipologie di intervento in base alla gravità con cui si presenta il disturbo del tunnel carpale.

La sofferenza maggiore del tunnel carpale consiste nell’avvertire dolore al polso a causa di un meccanismo infiammatorio o traumatico che riguarda il nervo.

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La sintomatologia più diffusa del tunnel carpale si presenta nelle ore notturne, con dolore alla mano e parestesie e possibile irradiazione ad avambraccio e braccio.

tunnel carpale

La sindrome del tunnel carpale è, dunque, la sindrome da intrappolamento dei nervi periferici più comune al mondo.

I sintomi clinici e i risultati dell’esame obiettivo nei pazienti con questa sindrome sono ampiamente riconosciuti ed esistono vari trattamenti, comprese le opzioni non chirurgiche e chirurgiche. 

Nonostante questi vantaggi, vi è una scarsità di prove sui migliori approcci per la valutazione della sindrome del tunnel carpale e per guidare le decisioni terapeutiche. 

Metodi più oggettivi per la valutazione, compresi i test elettrodiagnostici e l’imaging nervoso, forniscono ulteriori informazioni sull’entità del coinvolgimento assonale e sul cambiamento strutturale.

Sebbene non sia stato ancora identificato il mezzo migliore per integrare le informazioni cliniche, funzionali e anatomiche per selezionare le scelte terapeutiche, i pazienti possono essere diagnosticati rapidamente e rispondono bene al trattamento.

L’elevata prevalenza della sindrome del tunnel carpale, i suoi effetti sulla qualità della vita e il costo che il carico di malattia genera per i sistemi sanitari, rendono importante identificarla come priorità di ricerca.

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La patologia si presenta con maggiore frequenza negli individui di età compresa tra 50 e 54 anni, seguiti da quelli di età compresa tra 75 e 84 anni.

Nei soggetti più anziani la disabilità degli arti superiori potrebbe persistere anche dopo la decompressione chirurgica.

Inoltre, tra le donne, la terapia ormonale sostitutiva assunta dopo la menopausa ha un effetto protettivo nella prevenzione, con una riduzione del rischio del 22%.

Alcune condizioni genetiche, che portano allo sviluppo di malattie rare, aumentano il rischio di sindrome del tunnel carpale.

“Anche il Covid-19 può contribuire all’insorgere di questa sindrome, sottolinea il professor Luca Padua – Secondo due casi clinici che sono stati descritti da un gruppo di ricerca italiano (Università di Modena e Reggio Emilia, e pubblicati su Medical Hypotheses).

Il meccanismo ipotizzato è quello di una reazione infiammatoria delle cartilagini scatenata dal virus, con conseguente compressione del nervo mediano al livello del polso.

Tuttavia, si tratta al momento di un dato troppo esiguo per poter affermare che esista una relazione causale tra Covid-19 e sindrome del tunnel carpale.

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