Società e Cultura

Carenza di infermieri: cosa succede nelle RSA

La carenza di infermieri è un dato tutto italiano che preoccupa le autorità

Secondo le stime europee sulla situazione sanitaria, in Italia, si sta verificando una situazione critica dalla quale fortemente emerge la carenza di infermieri.

Fnopi – Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche – in un comunicato divulga come la carenza di infermieri in Italia sia pari a un -25% rispetto alla media europea.

Ci sono, in altre parole, un numero di 6 infermieri per ogni 100 abitanti che, in vista del numero di infermieri che si sono laureati nel 2014, sono destinati a diminuire nel prossimo futuro.

La carenza di infermieri mette in ginocchio alcune realtà definite “fragili” del settore sanitario come le RSA.

carenza di infermieri

“Le carenze già note aumentano con i contagi che allontanano una parte di operatori dalle corsie e soprattutto dal territorio: i contagi riducono di un ulteriore 20% la forza lavoro presente nelle strutture.
Chi fa le spese maggiori di questa situazione è il territorio e in questo, oltre l’assistenza domiciliare, le strutture per i più fragili come le RSA” scrive Fnopi.

E se, secondo quanto rilevato dall’ISS, in situazione pre-pandemica potevamo contare nelle RSA su 2,5 medici, 8,5 infermieri e 31 OSS per struttura, per un totale di 3.400 RSA censite, erano circa 29.700 gli infermieri a operare nel settore.

Oggi la carenza di infermieri realizza una vera e propria “chiamata” ma ciononostante, le RSA rimangono luoghi depauperati di personale.

carenza di infermieri

Le ragioni di questo vuoto la Fnopi le fa risalire a modelli organizzativi obsoleti: “perché nelle RSA il modello organizzativo è obsoleto, poco professionalizzante, in un ambito in cui l’infermiere potrebbe esprimersi al 100%, ma che viene relegato ad attività tecnico – esecutive; c’è mancanza di governance infermieristica delle strutture, che potrebbe incidere positivamente su quanto sopra; c’è mancanza di sviluppo di carriera, di specializzazione in area geriatrica; l’approccio assistenziale all’ambito geriatrico è troppo centrato sulla presa in carico tardiva dell’ospite e mancanza assoluta di visione prospettica, che permette un approccio precoce e preventivo in ottica di invecchiamento attivo. lo stipendio, spesso contrattualmente non paragonabile con l’ambito ospedaliero”.

E se la stabilizzazione contrattuale per gli infermieri fu annunciata per far fronte all’emergenza Covid, d’altro canto il loro contratto era legato al periodo dell’emergenza, una modalità d’intervento che non basta comunque a far fronte alla carenza di infermieri perché si tratta di forza lavoro già presente nel Ssn e spesso sottratto ad altre strutture e altre occupazioni.

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