Vivere Meglio

Chi trova un amico … vive di più e meglio

Studi dimostrano che l’amicizia migliora il benessere fisiologico delle persone e allunga la vita, contrariamente all’isolamento sociale che rappresenta invece un fattore di rischio alla pari del fumo di sigaretta e dell’abuso di alcol.

È noto da secoli che trovare un amico abbia più valore del denaro stesso, ma la scienza ha finalmente dimostrato che anche curare le relazioni sociali influisca positivamente sulla salute e allunghi la vita.

È quanto emerge dagli studi condotti dai ricercatori della University of North Carolina su campioni rappresentativi a livello nazionale della popolazione statunitense in diverse fasi della vita: adolescenti, giovani, adulti di mezza età e anziani.

sponsor salutebuongiorno

amico

Per diversi decenni, i ricercatori hanno esaminato tre aspetti delle relazioni sociali quali l’integrazione sociale (quantità di relazioni), il supporto sociale (relazioni di qualità) e la tensione sociale (relazioni conflittuali), andando poi ad analizzare e a misurare oggettivamente i biomarcatori e gli indicatori principali della salute fisica dei soggetti coinvolti nella ricerca (proteina C-reattiva, pressione arteriosa sistolica e diastolica, circonferenza della vita e indice di massa corporea).

I risultati dello studio suggeriscono che un grado più elevato di integrazione sociale per giovani e anziani è associato ad un minor rischio di sviluppare problematiche di disregolazione fisiologica, quali pressione alta, ulcere e patologie stress-correlate.

Contrariamente, la mancanza di connessioni sociali impatta negativamente sugli adolescenti alla pari dell’inattività fisica, aumentando potenzialmente il rischio di infiammazione, mentre negli anziani provoca effetti sull’ipertensione, superando i fattori di rischio clinico come il diabete in età avanzata.

Diverso invece il riscontro sugli adulti di mezza età, ad impattare sul proprio benessere fisiologico non è la quantità delle relazioni sociali ma la loro qualità: a pesare negativamente sono infatti le amicizie non propriamente appaganti e tendenzialmente conflittuali. Un altro dato importante è che gli impatti fisiologici delle relazioni sociali si verificano esclusivamente nell’adolescenza e nella mezza età e persistono nella vecchiaia.

Uno studio analogo, pubblicato di recente sul sito della Royal Society (N.D.R. accademia indipendente composta dai più noti scienziati britannici), è stato effettuato anche sulle scimmie, in particolare sui macachi femmine dell’isola di Cayo Santiago a Porto Rico, il cui comportamento sociale e la loro fisiologia presentano molte somiglianze con l’uomo.

amico

I ricercatori hanno osservato che, a differenza degli esseri umani, per le scimmie l’integrazione sociale ha avuto maggiore impatto sui tassi di sopravvivenza degli esemplari più giovani, ma non su quelli più anziani.

Lo studio condotto dai ricercatori inglesi sembra essere il primo passo verso la realizzazione di ulteriori ricerche in materia. “Abbiamo bisogno di saperne di più su come la socialità evolve nel corso della e cosa implica su ciò di cui abbiamo o non abbiamo bisogno in termini di supporto sociale – ha dichiarato al sito della rivista  Psychology Today Lauren Brent, ecologa comportamentale dell’Università di Exeter e co-autrice della ricerca – Se la socialità è davvero importante quando sei giovane e quando sei anziano, ma non nella mezza età, questo ti dice qualcosa su come stai affrontando il tuo ambiente quando sei di mezza età, ma anche qualcosa sulle differenze demografiche in quegli altri periodi”.

Leggi anche: Come la musica protegge dall’invecchiamento

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *