Parliamo dell’importanza di conoscere esiti negativi e prevenzione del caldo e terza età con il medico Paolo Rinaldi, geriatra.
Il clima estivo può diventare eccessivamente caldo e diventare un pericolo la salute.
Il fenomeno dell’“ondata di calore” si verifica quando si registrano livelli di umidità elevata, e le alte temperature permangono durante le ore notturne e per un periodo superiore alle 48 ore.
Già nel 2003 in Italia e in altri Paesi europei si sono verificate condizioni di caldo anomalo che hanno provocato, specie nelle grandi città, un aumento dei ricoveri in ospedale e dei decessi nella popolazione anziana.
Si rende, quindi, necessario ai fini di scongiurare i problemi che legano caldo e terza età, chiarire alcuni punti chiave, cari alla medicina.
Per combattere in modo efficace gli effetti delle ondate di calore, infatti, è importante conoscere i provvedimenti da adottare per proteggere la salute delle persone a rischio, e in particolar modo delle persone anziane.
Il medico Paolo Rinaldi geriatra ci spiega pratiche salutari adeguate a prevenire e risolvere malesseri legati al caldo e terza età.
Come fare per scongiurare gli esiti del caldo negli anziani?
Paolo Rinaldi: Come è ovvio che sia bisogna prevenire gli effetti del forte caldo, con una idratazione consona facendo bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno e tenendo un ambiente confortevole, possibilmente climatizzato, impostando il climatizzatore a 25 gradi in modalità deumidificazione, in modo da mantenere l’ambiente fresco ed asciutto senza il gelo classico del condizionatore. Come più volte detto, è utile uscire nelle ore più fresche della giornata, ovvero in prima mattinata e in prima serata, evitando le ore più calde. Il caldo può essere un nemico assai pericoloso per il paziente anziano. È tristemente noto che la mortalità della popolazione anziana aumenta non poco nel periodo estivo, soprattutto negli ultimi anni dove si sta registrando un aumento delle temperature!
Esistono segni o sintomi che ci possono mettere in allarme?
Paolo Rinaldi: Assolutamente sì, il paziente anziano disidratato si può dissociare, ovvero perdere il contatto con la realtà fino ad avere allucinazioni, può sviluppare febbre da disidratazione, può avere degli episodi sincopali da ipotensione arteriosa, etc. Si devono sempre analizzare le mucose e la pelle che nel paziente scarsamente idratato appaiono più secche. Bisogna sempre fare attenzione alla terapia farmacologica che il più delle volte contiene dei farmaci per gestire l’ipertensione arteriosa. Si deve sempre interpellare il medico di famiglia per eventuali sospensioni o riduzioni della terapia anti ipertensiva. Il paziente anziano generalmente è più fragile e deve essere ben seguito, bilanciando la terapia ed eventualmente inserendo degli integratori per affrontare con più serenità il periodo estivo.
È importante riposare il pomeriggio?
Paolo Rinaldi: Il riposo pomeridiano è importante ma bisogna evitare che si prolunghi troppo per evitare che poi la sera il sonno tardi ad arrivare, anche considerando che dopo i settanta anni (in realtà dopo i cinquanta per essere più precisi) le ore di sonno notturne tendono a ridursi e si dorme troppo il pomeriggio si corre il rischio di perdere il sonno notturno. Ovviamente l’ambiente dove si riposa è importante e ribadisco che sarebbe ottimale avere un ambiente climatizzato a 25/26 gradi in modalità deumidificazione in modo da avere un ambiente fresco ed asciutto ma non freddo. In teoria sarebbe utile creare un microclima nell’ambiente domestico dove tutte le stanza rispettino la stessa temperatura e umidità ma questo è, per ovvie ragioni, più complicato a realizzarsi.
Vorrei sottolineare che una persona che ha avuto il riconoscimento della legge104 dall’Inps, quindi affetto da gravi disabilità, può comprare un elettrodomestico come il condizionatore che migliora la qualità della vita, ad un prezzo comprensivo del 4% di Iva e non del 22%, avendo un considerevole risparmio.
Quanta acqua deve bere in media una persona che ha superato i 65 anni d’età?
Paolo Rinaldi: È noto a tutti che sarebbe utile bere almeno un litro e mezzo di acqua (o di liquidi) al giorno e nei periodi di gran caldo anche di più, in modo da evitare la disidratazione. Il problema reale è che il paziente anziano generalmente perde il senso della sete, potrebbe non bere mai se non fosse per il familiare (o il cargiver) che con una santa pazienza lo invita a bere. Io consiglio a tutti i miei pazienti di bere un bicchiere di acqua ogni ora, in questo modo in 12 ore si assumono tranquillamente almeno un litro e mezzo di acqua. Una corretta idratazione deve essere vista come una vera e propria terapia in modo da non arrivare ad uno stato di disidratazione che ci costringe a prescrivere una terapia infusiva reidratante.
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