Alimentazione

Carne sintetica: il dibattito sul cibo coltivato in laboratorio

Il dibattito sulla carne sintetica è ancora aperto. Dopo l’approvazione del disegno di legge del governo contro il cibo creato in laboratorio, l’attenzione sull’argomento cresce e divide sostenitori e critici. Se ne sa ancora molto poco per soppesare in modo adeguato rischi e benefici della carne sintetica. Per fare chiarezza, l’Oms (organizzazione mondiale della Sanità) e la FAO hanno redatto un rapporto che si concentra sulla sicurezza di questo nuovo alimento.

In primo luogo, il rapporto dell’Oms e Fao si concentra sulla differenza che fa la terminologia nell’accettazione del cibo coltivato.

La carne sintetica, come viene comunemente chiamata, è in realtà carne coltivata o a base cellulare.

“Le parole sono importanti e modificano la nostra percezione del mondo, e hanno un peso ancor più forte quando si tratta di qualcosa che non conosciamo bene. Anche in questo caso si è diffusa l’espressione che porta una valenza tutt’altro che positiva. Il termine carne sintetica ha un’accezione negativa, quasi volendo far passare il messaggio che si tratti di una carne “falsa”, poco naturale e quindi dannosa (ad esempio come le droghe sintetiche e i tessuti sintetici”.

carne sintetica

I benefici e i rischi della carne sintetica

La carne cosiddetta sintetica, quindi, sarebbe coltivata in laboratorio da cellule animali evitando lo sfruttamento del suolo (di cui purtroppo abusiamo fin troppo), riducendo le sofferenze degli animali negli allevamenti e contribuendo ad un minore impatto climatico con meno emissioni di gas serra grazie ad un abbattimento dell’utilizzo di acqua ed energia. Sembra perfetto, fin qui e potrebbe davvero essere la svolta per sconfiggere l’inquinamento ambientale in futuro.

Ma gli scettici non mancano e i dubbi scientifici restano. I rischi della carne sintetica sono ancora tutti da valutare e studiare accuratamente ed è proprio su uno dei maggiori rischi che insiste il rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità, ovvero sulla sicurezza del cibo coltivato. I ricercatori portano i vari rischi che derivano dal processo tra cui il rischio di contaminazione sia in fase di estrazione che di trasformazione. Ma non sono molto distanti dai pericoli che emergono anche con i cibi tradizionali e che con adeguati controlli e norme igieniche possono essere evitati. Anzi, come hanno scritto gli esperti sulla rivista Nature, la carne sintetica potrebbe avere dei vantaggi su questo piano poiché non entra in contatto con antibiotici, pesticidi e altre sostanze, come microplastiche e metalli pesanti, utilizzate negli allevamenti intensivi convenzionali.

carne sintetica

Cosa cambia dal punto di vista nutrizionale

“Sarà una carne più sana e più sicura” dice la biologa nutrizionista Miriam Di Cristofano che sostiene che quella che mangiamo ora non propriamente “naturale”. “Gli animali che crescono negli allevamenti intensivi vengono nutriti con mangime, imbottiti di antibiotici e ormoni, non mangiano erba e fieno e spesso a volte non vedono mai la luce del sole” spiega Di Cristofano.

Invece, in laboratorio puoi creare una carne “a partire da cellule animali ma la fai crescere in un brodo in cui ci metti quello che vuoi. Per esempio, potrebbe essere ideale ridurre i grassi saturi e aggiungere grassi insaturi che sono migliori a livello nutrizionale per cui avrò una carne proteica con una giusta quota di grassi.” Infatti, come sostiene la biologa nutrizionista, “tutto fa bene ma in grandi quantità tutto fa male e quindi anche una piccola quantità di grassi saturi all’interno di una dieta ci deve essere, l’importante è modularla”.

Secondo la dottoressa Di Cristofano, in questo modo, questo tipo di carne può essere utilizzata più frequentemente in futuro rispetto a quella naturale. “In una dieta bilanciata la carne rossa va inserita poco. Io personalmente la inserisco una volta a settimana. Avendo una carne coltivata come voglio io mi sentirei di dire che in futuro sarà più sicuro aumentare la quantità”. Per questo motivo, anche dal punto di vista nutrizionale avrebbe aspetti interessanti. Anche se c’è un aspetto da non sottovalutare, si sofferma la nutrizionista, ovvero il sapore che inevitabilmente cambia. Ma “in un futuro non lontano ci si abituerà soprattutto perché le nuove generazioni sono più propense al cambiamento” rassicura.

Leggi anche: Cos’è la “direttiva ammazza stalle”: il dibattito

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *