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Esposizione ai PFAS: i rischi

La discussione sull’esposizione ai PFAS – PerFluorinated Alkylated Substances – parte da alcuni fattori che li riguardano, come popolarità e largo utilizzo.

Non è facile parlare della categoria PFAS: l’OCSE attualmente riconosce 4730 molecole come PFAS, che sono ulteriormente classificate in base alla lunghezza della catena di carbonio e alla struttura molecolare, che determina le loro proprietà fisico-chimiche uniche e il comportamento ambientale. 

esposizione ai PFAS

Oggetto di studio, è quindi l’esposizione ai PFAS, una classe eterogenea di composti sintetici fluorurati che comprende un gran numero di molecole con strutture diverse.

Il loro ingente impiego su scala globale si deve alla loro persistenza e agli effetti negativi sugli organismi viventi e sulla salute ambientale.

È stata pubblicata sull’esposizione ai PFAS una ricerca sulla rivista Toxics, secondo cui nonostante sia difficile fornire una definizione esaustiva di queste sostanze chimiche, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha recentemente definito le PFAS come molecole contenenti almeno un gruppo metile perfluorurato o metilene perfluorurato.

L’esposizione ai PFAS e le problematiche connesse, si devono alla composizione, quindi, dei PFAS.

I PFAS hanno proprietà chimiche uniche che ne hanno favorito la produzione diffusa e l’uso in una moltitudine di prodotti industriali sin dagli anni ’50.

esposizione ai PFAS

Le caratteristiche chimiche dei PFAS, anfifilici e idrofobi li rendono tensioattivi ideali e protettori superficiali, rendendoli anche resistenti alle alte temperature.

La versatilità dei PFAS ha portato al loro utilizzo in un’ampia gamma di prodotti, tra cui padelle antiaderenti, schiume antincendio (schiume acquose che formano film, AFFF), tessuti impermeabili, pesticidi, materiali da costruzione e da costruzione, prodotti per la pulizia e prodotti per la cura medica e personale, tra molti altri.

Nonostante il loro uso diffuso, i potenziali rischi dell’esposizione ai PFAS per la salute umana e l’ambiente sono diventati sempre più evidenti.

I PFAS sono stati trovati presenti nell’ambiente, dove, grazie alla loro stabilità chimica intrinseca, possono persistere per diversi anni grazie alla loro resistenza al degrado.

La stragrande maggioranza della ricerca fisiologica e molecolare sui PFAS è stata diretta alla salute umana, rivelando i loro effetti tossicologici sui processi biologici e sul metabolismo.

Questi impatti negativi includono la ridotta fertilità, la trascrizione genica alterata e la promozione di alcuni tipi di cancro, come il cancro del rene e del fegato.

Tuttavia, ci sono dati contrastanti sul coinvolgimento dei PFAS nella patogenesi del cancro Inoltre, è stato dimostrato che i PFAS influenzano negativamente l’attività del sistema immunitario, in particolare nei bambini, compromettendo le reazioni immunitarie e le risposte vaccinali.

Il metabolismo lipidico è anche fortemente influenzato dall’esposizione al PFAS, che porta a dislipidemia e aumento dei livelli plasmatici di colesterolo.

Ancora più importante, i PFAS sono in grado di modificare l’espressione trascrizionale di molti geni nell’uomo e in altre specie il che ha ripercussioni significative sui suddetti percorsi e malattie.

“Nonostante la vasta evidenza di cambiamenti trascrizionali indotti dai PFAS in più specie e nonostante la presenza di numerosi studi quantitativi a livello di trascritto ma che misurano le risposte di espressione genica all’esposizione a PFAS deve ancora essere eseguita un’analisi completa e comparativa dei dati generati da questi studi” scrivono gli autori.

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